Imbrattarono i muri della sede del sindacato Ugl con scritte e volantini, 10 rider denunciati

Un gruppo di rider appartenenti al collettivo Riders Union Bologna lo scorso 21 settembre fece un’irruzione nella sede del sindacato Ugl per protestare contro un accordo siglato tra il sindacato e la piattaforma di servizio cibo a domicilio Assodelivery.

Violenza privata e imbrattamento in concorso: sono le accuse che pesano su 10 rider (ciclofattorini) appartenenti al collettivo “Riders Union Bologna” denunciati ieri per aver fatto irruzione il 21 settembre scorso all’interno della sede del sindacato Ugl in via Santa Margherita per protestare contro un accordo siglato una settimana prima dal sindacato con la piattaforma di servizio cibo a domicilio “Assodelivery”. Accordo che i rider bolognesi non condividono e lo considerano una «truffa». Gli indagati, nell’occasione, entrarono in gruppo all’interno degli uffici dell’organizzazione sindacale nonostante l’invito a uscire rivolto da un dipendente della struttura, affiggendo dei volantini alle pareti ed imbrattando alcuni arredi della struttura sindacale. 

All’esterno della sede sono state, inoltre, disegnate scritte  – oltraggiose secondo le accuse –  contro l’Ugl, sia sui muri che sulla porta d’ingresso. Il gruppo di manifestanti responsabili dell’estemporanea iniziativa di protesta è stato individuato da personale della Digos di Bologna, che ha identificato i componenti, alcuni dei quali peraltro già noti perché aderenti a sodalizi antagonisti locali e con precedenti per reati da piazza tra cui violenza a pubblico ufficiale e lesioni. Gli altri sono incensurati. 

«Questo pseudo sindacato (UGL), che non rappresenta nessuno nel nostro settore, ha boicottato le lotte dei rider che chiedono migliori condizioni di lavoro firmando un contratto a tutto vantaggio delle aziende. Ci sembra inaccettabile che si proceda nei confronti di chi da anni si impegna attivamente e con generosità per ottenere diritti per tutti i lavoratori del food-delivery, sulla base della denuncia pretestuosa di un sindacatino sovranista finito recentemente sotto inchiesta per aver dichiarato un numero di iscritti enormemente maggiori rispetto a quanti effettivamente siano i tesserati. Gli stessi che hanno firmato un accordo truffa contestato da tutti quanti», ha replicato il collettivo Riders Union Bologna sulla sua pagina Facebook.

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