«A Bologna è in atto una vera deforestazione urbana con l’abbattimento di diverse migliaia di alberi nell’immediata periferia (cantieri del Passante di Mezzo e del Nodo di Rastignano, nonché la costruzione delle nuove linee tramviarie), e i moltissimi interventi che portano all’eliminazione di parchi che ospitano anche alberi di 25 m di altezza: caso esemplare è il Parco Don Bosco nel quartiere S. Donato. Quindi la vera emergenza per Bologna è di riuscire a conservare il suo già ricco patrimonio arboreo, sia nel centro storico (corti private e pubbliche) che nella prima periferia (viali, aree militari dismesse, parchi). È in corso, infatti, un continuo stillicidio di abbattimenti e cementificazioni che sta consumando questa preziosa eredità storica esponendo la città a un rischio climatico e idraulico che diventerà presto insopportabile». Risponde così il WWF (organizzazione per la protezione dell’ambiente) di Bologna alle parole del botanico Stefano Mancuso che in un’intervista ha dichiarato che Bologna andrebbe raffreddata con molti alberi e anche grandi.
Mancuso fa parte del comitato nominato dal sindaco di Bologna Matteo Lepore per il centro storico Bologna. Da un lato, dunque, secondo un esperto, si dovrebbero impiantare alberi in città, dall’altro, secondo il WWF a Bologna gli alberi vengono abbattuti per nuove cementificazioni.
«La sua proposta (di Mancuso) di chiudere al traffico diverse strade del centro per inserirvi alberi è apprezzabile, ma rischia di essere strumentalizzata e trasformata in una costosa operazione di facciata di poca utilità, quasi una foglia di fico per un’amministrazione che si è mostrata finora poco sensibile alla cura degli alberi esistenti. Quando leggiamo che l’amministrazione invoca la messa a dimora di grandi alberi ma che andrebbero bene “anche in vaso”, il timore di un’operazione soltanto di immagine si fa più forte, e a questo non possiamo che opporci. Abbiamo già visto questi “alberelli” in vaso nel centro storico della nostra città, il cui effetto in termini di ombra e servizi ecosistemici è quasi nullo: si tratta di verde decorativo, e non potrebbe essere altro. È necessario riformare l’approccio del cosiddetto bilancio arboreo, che non fa distinzione tra alberi di 25 m di altezza (eliminati con troppa frequenza) e alberi di “compensazione” lontani decenni dal raggiungere la superficie fogliare di quelli abbattuti, e che non considera i concetti fondamentali di ecologia e biodiversità urbana», scrive il WWF che si mette a disposizione per una collaborazione con lo stesso botanico Mancuso. «La invitiamo a mettere in cima alla sua agenda una severa moratoria alla pratica corrente con cui molti giardini interni vengono alienati e trasformati in parcheggi condominiali, cosi come a ogni altra “riqualificazione” che preveda la cancellazione di aree alberate».