Al via “Rimba”, a Bologna un torneo di basket inclusivo e antirazzista

Inclusivo, antirazzista, anti-sessista. Sono solo alcuni dei valori presenti nel campionato autogestito di basket “Rimba” cominciato domenica scorsa all’interno del parco Olivieri Olivo di Bologna in via Murri 171 e organizzato dalla Pallacanestro Cooperativa Bologna (PCB). Se lo sport è condivisione, allora perché non utilizzarlo come strumento per creare una comunità sempre più inclusiva? È esattamente questa domanda che ha spinto il gruppo di giovani della PCB a dare vita a questo campionato popolare e autofinanziato.

Durante la prima giornata del Rimba i collaboratori hanno avuto modo di confrontarsi sul progetto che terminerà il prossimo 30 giugno. Senza alcun costo d’iscrizione, il campionato itinerante conta un totale di cinque partite auto-arbitrate e auto-gestite, che avranno luogo in giro per il territorio bolognese. Le regole di gioco sono le stesse del basket tradizionale, ma le squadre sono miste e, come precisa uno dei collaboratori «i falli li chiama chi li fa». Inoltre, al punteggio finale contribuiscono anche le stesse squadre, assegnandosi punti a vicenda sulla classifica della “presabbene”, partecipando alla creazione di una realtà comprensiva e meno competitiva.

La nuova stagione del campionato si presenta con una novità: l’intento di coinvolgere altre realtà sportive popolari presenti a Bologna, come Il Grinta e il Làbas Playground. Queste cooperative, già note per il loro impegno autonomo, hanno ora l’occasione di unirsi per creare una rete sociale più robusta.

L’idea di Rimba

Il progetto nasce nel 2016, dopo l’Erasmus a Madrid di alcuni dei ragazzi che lo hanno ideato. È qui che scoprono la Liga Cooperativa di Madrid, format popolare che trasforma il basket in un momento di condivisione e unione, aperto a chiunque voglia mettersi in gioco, senza limiti di età, genere, o etnia. Con questi propositi, la Pallacanestro Cooperativa Bologna, impiega il basket come mezzo per trasmettere un messaggio alternativo rispetto alla funzione classica dello sport, nel tentativo di creare una comunità in cui la competizione agonistica possa essere sostituita da divertimento, accoglienza e rispetto reciproco.

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