Chi usa l’autobus per andare al lavoro sa già di cosa parliamo. Alcuni autobus di Bologna (si spera non tutte le linee) nell’ultimo periodo sono molto spesso in ritardo e quando arrivano alla fermata sono pieni (a Bologna si direbbe “sono murati”) e si fa fatica a salirci sopra, con tanto nervosismo degli utenti. Questo accade soprattutto la mattina proprio perché, dati i ritardi, le persone si accumulano alle fermate. Chi va al lavoro è costretto a uscire prima di casa perché consapevole di questo disagio. Il tutto si è complicato con la famosa imposizione dell’amministrazione comunale del limite di velocità dei 30 km/h in quasi tutte le strade di Bologna anche per gli autobus.
Facciamo un esempio reale e pratico. Questa mattina a una fermata sono passati 2 autobus della linea 13 uno a distanza di 5 secondi dall’altro. Poi ne è arrivato un terzo in ritardo di alcuni minuti e quindi “murato”. Cosa che succede molto spesso. Ma come è possibile? Il secondo autobus, in questo caso, era, stranamente, 4 minuti in anticipo ed è ripartito prima del suo orario previsto come da tabella.
La nostra ipotesi è che l’autista non abbia voluto aspettare e rispettare l’orario perché consapevole di poter fare ritardo alle prossime fermate per il limite di velocità dei 30 km/h. È solo un’ipotesi, ma possibile perché quando una signora appena salita sul bus ha chiesto: «Scusi, ma perché il 13 è sempre in ritardo?», l’autista ha risposto: «Lo chieda al sindaco, che va in bicicletta». Noi non abbiamo mai visto Lepore sul 13. Forse dovrebbe farselo un giro per capire come funziona la vita reale dei bolognesi. Il limite dei 30 km/h, tanto voluto dal sindaco Matteo Lepore, non piace a molti. Non piace a molti cittadini e non piace anche a molti autisti e autiste degli autobus. Il risultato è fin troppo evidente: ritardi e autobus “murati”.
Ecco che ci chiediamo: non sarebbe stato più opportuno organizzare meglio il trasporto pubblico, prima di imporre il limite di velocità dei 30 km/h? Purtroppo, al momento ci tocca convenire con chi dice che Bologna Città 30 sembra una battaglia ideologica di questa amministrazione comunale. Quello che ci viene da immaginare è che coloro che amministrano non siano così interessati se il centro-sinistra perdesse le prossime elezioni amministrative, probabilmente proprio a causa di Bologna Città 30. Saranno, però, soddisfatti di essere stati dei rivoluzionari “di sinistra”, a discapito di molti bolognesi.
foto: di repertorio