«Dobbiamo dare rappresentanza agli studenti universitari nel consiglio comunale di Bologna». Non è la prima volta che l’assessore alla Cultura bolognese con delega ai rapporti con l’Università, Matteo Lepore, fa questa proposta. L’ultima è stata lunedì scorso durante il Consiglio comunale nel momento in cui si è nuovamente parlato di disagio abitativo. E l’assessore lo sa che la maggior parte delle vittime del problema affitti a Bologna sono studenti e per lo più anche fuori sede. Le case e le stanze disponibili non ci sono più. I posti negli studentati nemmeno. Ma gli universitari oltre a un tetto sulla testa hanno bisogno anche di un cielo dove guardare le stelle. Di una birra da sorseggiare la sera dopo una giornata a lezione. Di una chitarra e di un bongo da suonare a discapito del fastidio dato agli abitanti del centro storico. Ed è per questo che sempre in Consiglio comunale si è parlato anche di notti insonni nei dintorni di piazza Verdi e piazza Scaravilli con le relative proteste dei residenti che «chiedono interventi sacrosanti!».

«Ma questa volta non basta», scrive l’assessore su Facebook. «Dobbiamo coinvolgere gli studenti definitivamente nella gestione della città. È necessario che le nostre istituzioni municipali si dotino finalmente di una rappresentanza della voce degli studenti e quindi anche di una forma nuova e più efficace di responsabilizzazione, con pieni diritti e pieni doveri. Questo passo importante e per certi versi storico potrebbe essere compiuto tramite un consigliere comunale ‘aggiunto’ espressione degli studenti universitari o altre forme da individuare».

Con l‘istruttoria sul disagio abitativo svolta recentemente, gli studenti universitari (per la maggioranza fuori sede) hanno potuto portare le loro proposte all’interno delle istituzioni locali. E per Bologna, città universitaria per eccellenza, sarebbe il minimo. «Nei prossimi giorni, in qualità di assessore con delega ai rapporti con l’Università chiederò un incontro alla presidente del Consiglio Comunale e insieme a lei concorderò le modalità migliori per portare avanti questa proposta coinvolgendo i gruppi consiliari. Poi chiederò un incontro al Rettore, ai rappresentanti degli studenti», ha dichiarato Lepore.

A portare l’assessore su questi passi sono stati due episodi che gli sono accaduti recentemente. «Il primo. Una madre gentilissima, che fermandomi per strada mi ha fatto i complimenti per l’estate culturale in piazza Verdi e poi mi ha chiesto di fare di più verso la diffusione senza limiti di alcol e stupefacenti tra i ragazzi che frequentano la zona.
Il secondo. Il progetto di riqualificazione per piazza Rossini, pensato e proposto dagli studenti. È possibile fare cose con loro, aprire spazi, gestirli in modo bello e utile per tutti. Però bisogna dare loro ascolto, strumenti, regole. Cosa che mi permetto dovrebbe fare anche maggiormente l’Ateneo aprendo cortili e immobili», ha raccontato Lepore in un post su Facebook. Perché, secondo l’assessore, svuotata di senso civico Bologna non esisterà più. Ma non esisterebbe nemmeno senza studenti universitari.

 

Foto: dalla pagina Facebook di Matteo Lepore

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