Villa Inferno, spuntano altri indagati e altri reati: c’è anche la tentata truffa

Altre due persone, insieme al già indagato Davide Bacci, avrebbero truffato diversi esercizi commerciali bolognesi, sfruttando l’attuale emergenza sanitaria da Covid-19.

Prostituzione minorile, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, pornografia minorile (realizzazione e divulgazione di filmati con minori) e tentata truffa aggravata. Sono le accuse a cui dovranno rispondere le 5 persone indagate e che questa mattina hanno ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare (1 in carcere, 2 ai domiciliari e 2 sottoposti a divieto di dimora nella provincia di Bologna) per un’operazione di polizia, partita a settembre scorso, chiamata “Villa Inferno”, nome con cui gli indagati si riferivano a una villa di Pianoro all’interno della quale erano spesso organizzati gli incontri a sfondo sessuale anche con ragazze minorenni con il contestuale consumo di sostanze stupefacenti. Nell’inchiesta fu coinvolto anche un ex candidato della Lega di Matteo Salvini con Lucia Borgonzoni alle scorse elezioni regionali dell’Emilia-Romagna (per lui arresti domiciliari revocati lo scorso dicembre). 

Gli elementi emersi dagli interrogatori resi dai destinatari di quelle misure cautelari hanno fornito spunti utili per risalire ai pusher che vendevano la cocaina consumata durante serate a base di sesso e stupefacenti. Sarebbero due 38enni di origini albanesi accusati di spaccio e a cui è stato disposto il divieto di dimora. 

Un altro dei 5 indagati sarebbe Gianluca Campioni, 47enne, accusato di induzione alla prostituzione minorile, spaccio e produzione di materiale pedopornografico. Secondo le indagini avrebbe ripreso un altro già indagato, Davide Bacci, in un video hot con una minorenne. Davide Bacci è agli arresti domiciliari. Domiciliari anche per Paolo Carlo Prosapio accusato di spaccio a diversi frequentatori di Villa Inferno.  

Infine, ci sono due nuove persone indagate per concorso di truffa. Queste due persone insieme a Bacci avrebbero truffato diversi esercizi commerciali bolognesi, sfruttando l’attuale emergenza sanitaria da Covid-19. Uno di loro lasciava un biglietto da visita della propria attività di sanificazione all’esercizio commerciale, un altro comunicava la positività al Covid-19, contratto proprio in quell’esercizio ed un terzo soggetto, fingendosi medico dell’ASL, confermava al titolare la positività del cliente, sottolineando la necessità di procedere alla sanificazione immediata degli ambienti, in assenza della quale sarebbero state elevate gravose sanzioni amministrative nel corso dei controlli delle Autorità sanitarie. 

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