Festini con ragazze minorenni e droga, un ex candidato della Lega tra gli indagati

Da candidato per la Lega di Matteo Salvini con Lucia Borgonzoni alle scorse elezioni regionali dell’Emilia-Romagna si è ritrovato indagato per induzione alla prostituzione e reati in materia di stupefacenti. Luca Cavazza, 27enne molto noto negli ambiti ultras della Virtus pallacanestro, è una delle 6 persone che hanno ottenuto nelle ultime ore altrettante misure cautelari per tali accuse. Secondo i carabinieri, tra le vittime ci sarebbero ragazzine minorenni coinvolte in festini dove giravano sostanze stupefacenti. Gli indagati avrebbero istigato ragazze minorenni a seguirli in residence fuori città per prestazioni sessuali in cambio di droga. L’ex candidato per la Lega a Bologna si troverebbe adesso ai domiciliari. Cavazza si fece notare 4 anni fa perché andò a visitare la tomba di Mussolini e scrisse un post su Facebook che strizzava l’occhio al fascismo: «Tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato. A noi!». All’epoca era candidato per Forza Italia alle elezioni comunali per eleggere il nuovo sindaco di Bologna. 

Tra gli altri indagati ci sarebbe anche l’imprenditore Davide Bacci. La sua villa sarebbe stata il luogo dove sarebbero avvenuti gli incontri sessuali. Tutto è partito dalla denuncia di una madre delle ragazze che aveva intercettato dei video nel cellulare della figlia. 

L’indagine

Sviluppata attraverso attività tecniche d’intercettazione e servizi dinamici, l’indagine dei carabinieri di Bologna ha consentito di accertare responsabilità dei soggetti coinvolti in merito all’induzione alla prostituzione di una ragazza minorenne, convinta a compiere atti sessuali con gli stessi e con terze persone in cambio di denaro e stupefacenti (cocaina). Gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari hanno portato all’emissione di un’ordinanza di applicazione di misure cautelari da parte del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Bologna (dott. Letizio Magliaro), consistenti in 1 custodia in carcere, 2 arresti domiciliari e 4 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria, per i reati di prostituzione minorile e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.

L’attività è stata convenzionalmente denominata “Villa Inferno”, nome con cui gli indagati si riferivano alla villa di Pianoro all’interno della quale erano spesso organizzati gli incontri a sfondo sessuale con la minorenne e altre ragazze, con il contestuale consumo di sostanze stupefacenti.

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