Il ministro del Lavoro se l’è fatta sotto? Sarebbe dovuto venire sabato a Bologna per incontrare gli attivisti locali del Movimento 5 stelle e subire la protesta dei riders che lo aspettavano per ricordargli le promesse mai mantenute nei confronti delle tutele del lavoro per i ciclofattorini che consegnano pasti a domicilio. La presenza a Bologna del vicepremier, Luigi Di Maio, è stata annullata. «Il ministro ha paura delle contestazioni, di essere inchiodato alle sue responsabilità, di sentirsi ricordare che la generazione precaria continua a pedalare abbandonata, senza santi in paradiso, in parlamento o nel consiglio dei ministri», scrive su Facebook il sindacato che tutela i ciclofattorini bolognesi Riders Union Bologna.

Il presidio di contestazione era già stato convocato sotto al palazzo (in piazza della Costituzione) in cui si sarebbe tenuto l’evento con Di Maio. Lì i riders avrebbero chiesto conto al ministro il perché delle tante roboanti dichiarazioni e promesse nei loro confronti quando a più di un anno dal “governo del cambiamento”, la condizione dei ciclofattorini è ancora schiacciata nella precarietà del cottimo, degli infortuni non assicurati e dell’abbassamento delle paghe. 

Ma «la lotta, tuttavia, non si ferma», scrive Riders Union Bologna. Domani è confermata la partecipazione dei ciclofattorini bolognesi alla giornata di mobilitazione nazionale e rilanciano uno sciopero.«Da Bologna a Milano, da Torino a Catania, costruiremo una forte risposta unitaria contro il cottimo e il peggioramento delle condizioni di lavoro. Protesteremo contro le multinazionali del food-delivery (cibo a domicilio), ma anche contro il governo che sabato non si paleserà ma che deve prendersi le sue responsabilità per avere scherzato con il fuoco», incalzano i riders di Bologna.

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