“Controvento. Racconti di frontiera”, in Salaborsa il cronista di mafia Attilio Bolzoni ha presentato il suo nuovo libro

«Il giornalismo oggi è ubbidiente, forse anche un po’ filogovernativo». Ha esordito con un giudizio sul giornalismo moderno il cronista Attilio Bolzoni nell’incontro tenutosi ieri pomeriggio all’interno della Biblioteca di Sala Borsa in piazza del Nettuno a Bologna dove ha presentato il suo nuovo libro “Controvento. Racconti di frontiera”, riassunto vivo e compatto di una carriera spesa a raccontare la mafia e la sua Sicilia. «Avrei voluto parlare anche di altro, ma poi succedeva sempre qualcosa», ha dichiarato sovrappensiero, sottolineando poi quanto sia diversa la situazione oggi.  

«Molto è cambiato ma», dice Bolzoni, «non è cambiata la mafia». Anzi, essa sembrerebbe essere tornata a ciò che era prima del periodo delle stragi, periodo che lui definisce “un’anomalia”. Era d’accordo su questo fronte anche Giuseppe Baldessarro, cronista di Repubblica presente all’incontro, che con lui ha condiviso alcuni momenti importanti della sua carriera da giornalista. 

Il nuovo libro di Bolzoni è un viaggio che dura da quasi mezzo secolo in cui racconta le esperienze del cronista siciliano da Palermo a Kabul, «dalla polvere dei paesi siciliani alle paure di Bagdad, dalle mafie alle guerre. Poi i grandi misteri e i grandi delitti italiani». Fra le pagine di questo libro si scorge la Sicilia di Totò Riina e di Matteo Messina Denaro, l’inferno di Capaci, le origini e le evoluzioni di una mafia che ci ha resi ovunque famosi.

La preoccupazione di Bolzoni è quella di chi oggi pensa di scavare in profondità nella criminalità organizzata ma non ci riesce. Riprendendo poi le parole di Letizia Battaglia, fotografa e fotoreporter, nonché sua grande amica, ha evidenziato che oggi la mafia non si vede, non si fa fotografare e «non è più quella degli anni ’90». 

Al giornalismo servono nuovi strumenti e molta memoria, dunque, per seguire il filo della storia e non perdere le tracce di una criminalità sempre più invisibile. L’incontro si è concluso con alcune domande e l’invito caloroso a cercare di vedere, con occhi nuovi e una macchina fotografica un po’ diversa dalla precedente, quella che è ancora inesorabilmente la stessa criminalità di ieri. 

foto: pubblica su Facebook

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