L’Emilia-Romagna taglia i fondi alla cultura, «A rischio la sopravvivenza dello spettacolo dal vivo» 

Il Coordinamento regionale Orizzonte 13/99, composto da 51 soggetti culturali che operano nella regione Emilia-Romagna lancia l’allarme e chiede un incontro con il presidente Stefano Bonaccini. Pubblichiamo l’intera lettera del Coordinamento.

«L’eccellenza culturale della Regione Emilia-Romagna nel campo dello spettacolo dal vivo rischia di diventare presto un nostalgico ricordo, messa seriamente a rischio dal taglio orizzontale del 14% sui finanziamenti alla cultura, operato sul bilancio 2023 dalla Regione Emilia-Romagna. Un taglio pesante e sostanziale che ricade sulla cultura, un settore su cui la Regione investe circa lo 0,36% del suo bilancio annuale. Si tratta quindi di un risparmio molto piccolo, poco significativo rispetto al bilancio complessivo della Regione, ma che ha un impatto drammatico su lavoratori e lavoratrici del teatro e della danza che stanno già attraversando una crisi strutturale di natura economica, professionale e progettuale che non ha precedenti, dovuta ai due anni di blocco delle attività lavorative generato dal Covid 19 ed ora anche dal caro bollette e dall’inevitabile aumento dei costi di esercizio di questo ultimo periodo. 

Le realtà che oggi subiscono quel taglio sono, infatti, imprese culturali, che oltre al loro portato specifico producono indotto economico e danno lavoro. Quelle imprese attraversano oggi, assieme a tutte le altre imprese, la tempesta perfetta della contrazione della capacità di spesa del pubblico e dell’aumento incontrollato e ancora imprevedibile dei costi delle materie prime. Con questa congiuntura viene messa in discussione la stessa sopravvivenza della fitta rete di realtà e soggetti indipendenti che sostanziano di fatto il modello culturale policentrico della nostra regione, unico in Italia tra tutte le regioni. 

Se dovesse scomparire questa rete di base – adattabile, ma non indistruttibile – l’intero ecosistema culturale regionale ne verrebbe compromesso in maniera irrimediabile, con ripercussioni gravissime sull’intera scala. Saremmo costretti ad assistere alla decadenza della qualità di ricerca e produzione artistica sviluppata nei nostri territori, attestata dalla pioggia di nomination e di premi UBU assegnati da sempre ad artisti e artiste, curatori e curatrici, progetti e produzioni legate all’Emilia-Romagna, una regione che figura ancora al secondo posto a livello nazionale per numero di spettacoli dal vivo in termini assoluti e per numero di spettacoli rispetto alla popolazione. 

Per tentare di evitare un possibile tracollo del sistema regionale, nel gennaio 2022 si è costituito Orizzonte 13/99, un coordinamento composto da 51 soggetti culturali che operano nella regione Emilia-Romagna e che beneficiano della L.R. 13/99, attualmente l’unica legge regionale che finanzia lo spettacolo dal vivo. Queste realtà rappresentano l’intreccio tra espressioni artistiche e ambiti disciplinari e scientifici diversificati, sono la manifestazione del principio di sussidiarietà orizzontale per mezzo del quale numerosi Comuni perseguono obiettivi di interesse generale con l’apporto della società civile, hanno creato reti di collaborazione regionali, nazionali e internazionali per azioni di co-produzione ed hanno la capacità di attivare progetti che rispondano a necessità specifiche e concrete dei territori in cui operiamo. 

Il Coordinamento ha richiesto nei giorni scorsi un incontro con il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e gli assessori alla Cultura e al Bilancio per ottenere risposte in merito alle linee di indirizzo di politica culturale che la Regione intende mettere in atto per salvaguardare, e favorire, lo sviluppo dello spettacolo dal vivo, gravemente colpito dalle disposizioni relative all’emergenza sanitaria e che si trova ora a fronteggiare nuove riduzioni nei contributi già assegnati. 

L’incontro, che mira a riaprire un dialogo attivo e democratico tra le parti, intende offrire agli interlocutori politici il sapere e le competenze di professionisti e professioniste del settore per costruire insieme una prospettiva di indirizzo culturale organica e in accordo con quelle delle amministrazioni locali. 

L’obiettivo è condividere una visione politica di sistema che favorisca le azioni sinergiche tra le pratiche quotidiane delle piccole e medie imprese private e quelle dei grandi Enti dello spettacolo a partecipazione regionale, con uno sguardo che riesca ad armonizzare le leggi regionali, i contributi del FUS e quelli degli enti locali. In assenza di questa necessaria visione politica saranno penalizzate le realtà che fino ad oggi hanno reso possibile definire la nostra Regione come un’eccellenza culturale in campo nazionale e internazionale. La rete dei soggetti indipendenti non può essere lasciata sola a farsi carico con competenza, ostinazione, rigore e passione dei presidi culturali territoriali, dei processi creativi delle residenze, delle feconde relazioni con le comunità di prossimità, cittadini e spettatori, della produzione artistica innovativa, della formazione professionale di artisti e artiste e di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo dal vivo. 

Il rischio di vedere scomparire questa rete vale il taglio che è stato apportato?» 

 

Coordinamento Orizzonte 13/99 

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