Case popolari “prima ai più bolognesi”, la proposta discriminatoria della Lega

Una proposta già attuata dal Comune a guida leghista di Ferrara che ha attribuito le case popolari disponibili solo a italiani. La Lega di Bologna vorrebbe la stessa cosa anche nel capoluogo emiliano.

Più “sei bolognese” e più hai diritto ad avere una casa. La proposta leghista, già adottata a Ferrara, viene ripresentata oggi dalla Lega di Bologna con il metodo della “residenzialità storica” usato per assegnare le case popolari prima ai bolognesi di lunga data. Un’espressione (“residenzialità storica”) che sembra usata, dunque, per sostituire lo slogan “prima gli italiani” ormai non più di moda. Ma il concetto è lo stesso. Secondo la Lega di Bologna, le case popolari andrebbero, dunque, assegnate non prima a chi ha più bisogno ma a chi ha bisogno ma che abbia anche vissuto più tempo a Bologna. Come se la necessita di avere un tetto sulla testa si misurasse dalla durata in città e non dal grado di bisogno. 

I leghisti in questo modo pretenderebbero di tutelare i bolognesi discriminando, però, tutti gli altri. Proprio a Bologna poi. La città famosa per la sua accoglienza. Quella accoglienza che i leghisti vogliono cancellare. «Si tratta di un principio di buon senso», dice Michele Facci, referente Lega Salvini Premier Bologna. Secondo il leghista, «il meccanismo valorizza chi da più tempo abita in città assegnando mezzo punto per ogni anno di residenza nel Comune in cui si presenta la domanda».  

A Ferrara, città a guida leghista, questo metodo, che senza dubbio puzza di razzismo, ha assegnato tutte le case popolari disponibili solo a famiglie italiane, escludendo chi vive a Ferrara da meno tempo. Con coraggio Facci conclude: «Non si tratta di discriminare, ma anzi di garantire a tutti un diritto, senza fare differenze». 

 

Condividi