Rider antifascista sospeso dal lavoro, Winelivery: «Il responsabile dello store ha interpretato male il messaggio»

Il messaggio fascista sarebbe stato, secondo Winelivery, «erroneamente trascritto dal responsabile dello store di Bologna che non ha avuto la lucidità di interpretarlo correttamente e nei confronti del quale l’azienda ha in atto provvedimenti». Il rider Luca Fusco può tornare a lavorare per loro, ma chissà che fine farà il titolare del negozio di Bologna che avrebbe interpretato male.

«Il messaggio del biglietto è assolutamente contrario ai nostri principi e valori. In altre parole, il fascismo ci fa schifo, ma con oltre 3000 ordini gestiti ogni giorno su 70 città italiane non siamo riusciti a intercettare il contenuto del messaggio». È l’inizio di un commento scritto dall’azienda di consegna di bevande alcoliche a domicilio Welivery per precisare che il rider Luca Fusco sospeso dal suo lavoro per aver strappato un biglietto contenente un messaggio per il cliente inneggiante a Mussolini durante la sua consegna, «non è mai stato un (loro) dipendente ma che da febbraio 2020 presta occasionalmente i suoi servizi di consegna, ha attuato due comportamenti inaccettabili: ha violato la privacy di un cliente, leggendo il contenuto del bigliettino e lo ha strappato con violenza di fronte alla destinataria, la signora quindi non era al corrente del contenuto e si è molto spaventata». Con queste parole, dunque, Winelivery si giustifica e prende le distanze dal fattorino. 

Per quanto riguarda il messaggio fascista, ci sarebbe stato un vero e proprio errore. Sarebbe stato trascritto per sbaglio dal responsabile del negozio di Bologna che, «nella fretta della preparazione degli ordini, non ha avuto la lucidità di interpretarlo correttamente e nei confronti del quale l’azienda ha in atto provvedimenti». Il messaggio sul bigliettino era: ««In questo giorno di lutto che il duce da lassù possa guidare la rinascita».Il messaggio di “auguri” era molto chiaro. Tuttavia, Winelivery sottolinea nel suo commento su Facebook che non «tollera la violenza in nessun caso, inoltre queste due azioni sono contrarie alle regole di protezione dei dati sensibili e agli standard di eccellenza di servizio che offriamo ai nostri clienti. Per questo motivo, abbiamo comunicato al rider che i servizi resi dallo stesso non sono in linea con quelli ricercati dall’azienda». 

Ma le contraddizioni non finiscono qui. Nonostante i comportamenti di Luca Fusco non sono in linea con quelli dell’azienda, «per distendere i toni e definire la questione in maniera positiva per tutte le parti in causa, ci rendiamo nuovamente disponibili ad accettare le candidature, nella certezza che i suoi comportamenti lesivi della privacy del cliente e dell’immagine aziendale non si ripetano in futuro», scrivono Francesco, Andrea e Giovanni, fondatori di Winelivery. Quindi il rider antifascista potrebbe tornare a lavorare per l’azienda di consegna alcolici a domicilio a Bologna. Il responsabile dello store di Bologna, chissà.

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