Gli ospedali italiani stanno migliorando? L’indagine dell’Università di Bologna rivela qualcosa che si può già immaginare

Negli ultimi tre anni, oltre la metà degli ospedali italiani precedentemente considerati “critici” per la qualità dei servizi sanitari ha mostrato miglioramenti significativi, secondo un’indagine condotta dall’Università di Bologna, basata sui dati del Piano Nazionale Esiti. L’analisi rivela che il 51% di questi ospedali ha visto un notevole incremento nella qualità dei servizi, ma con differenze geografiche evidenti: meno del 40% dei miglioramenti è stato riscontrato nelle regioni del Sud, mentre quasi il 70% si concentra nel Centro-Nord. 

Il medico epidemiologo Lamberto Manzoli, che ha guidato lo studio, sottolinea che, nonostante il dato possa sembrare modesto, rappresenta un risultato migliore rispetto ad altre nazioni. «È importante considerare che stiamo parlando di ospedali in difficoltà, dove ottenere miglioramenti è particolarmente sfidante. Nel Centro-Nord, il tasso di miglioramento ha toccato il 70%, una notizia estremamente positiva».

L’indagine dell’Università di Bologna e Ferrara

L’indagine, che ha coinvolto anche studiosi dell’Università di Ferrara, si è concentrata su 288 ospedali precedentemente identificati come “critici” nel 2016, valutando il loro progresso nel corso di cinque anni. Il Piano Nazionale Esiti, gestito dall’Agenzia Nazionale per Servizi Sanitari Regionali, funge da sistema di valutazione della qualità dei servizi sanitari in Italia, fornendo ogni anno un report sulla qualità di tutti gli ospedali nel paese. 

Sebbene il Piano Nazionale Esiti sia considerato un sistema valido, la valutazione del suo impatto sulla qualità complessiva dei servizi è sempre stata una sfida. Questa nuova indagine, pubblicata sulla rivista Healthcare, offre una visione dettagliata sulle prestazioni degli ospedali con risultati inizialmente più bassi, evidenziando che il 27% di essi è riuscito a raggiungere la media nazionale. 

Tuttavia, ci sono differenze regionali significative, con il 39% degli ospedali migliorati situati nelle regioni del Sud e il 68% nel Centro o Nord Italia. Manzoli sottolinea la necessità di concentrare gli sforzi nelle regioni del Sud, dove c’è ancora lavoro da fare. «Avere una stima quantitativa precisa sull’efficacia del sistema di valutazione può rassicurare i cittadini e il Ministero della Salute. Inoltre, ci permette di valutare se, attraverso una revisione delle strategie di miglioramento, l’efficacia del sistema può crescere ulteriormente in futuro», conclude il coordinatore dello studio.

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