Giustizia per Willy, Bologna scende in piazza 

Rinviato a sabato 19 settembre

Ad organizzare una manifestazione per chiedere giustizia per  Willy Monteiro Duarte, il 21enne ucciso da un gruppo di giovani di idee estremiste di destra  a Collferro, è il movimento Black Lives Matter Bologna.

«Scenderemo in presidio sabato 12 Settembre in piazza Nettuno per chiedere giustizia per Willy e la sua famiglia, affinché la sua morte non rimanga l’ennesimo “trend topic” dei social». Lo scrivono gli attivisti del movimento Black Lives Matter Bologna sulla pagina Facebook di un evento da loro organizzato perché si cominci una battaglia che chieda giustizia per la morte di Willy Monteiro Duarte, ragazzo 21enne italiano di origini capoverdiane, assassinato  la notte tra il 5 e il 6 settembre scorso a Colleferro, vicino Roma, per la violenza inaudita di un gruppo di giovani di idee estremiste di destra. 

«Quello che è successo a Willy, oltre a farci tanta rabbia e disgusto, è l’ennesima prova che in questo paese di razzismo e fascismo si muore ancora», scrive il movimento Black Lives Matter Bologna che apre una riflessione sulla rappresentazione mediatica degli assassini. «Questi quattro uomini vengono definiti “bestie” come se il loro comportamento non fosse frutto di una società permeata da mascolinità tossica che insegna a utilizzare rabbia e violenza come valvola di sfogo per ogni emozione e come prova di virilità. Perciò ci rifiutiamo di chiamarli bestie, rimuovendo totalmente le responsabilità di una società machista e razzista. Nello stesso modo rigettiamo qualsiasi retorica “umanizzatrice” di questi assassini, rappresentati sui giornali come figli amorevoli e persone dal cuore buono, esattamente come avviene per i casi di femminicidio», aggiunge Black Lives Matter Bologna. Gli attivisti anti-razzisti si distaccano, inoltre, da chi, ignorando queste responsabilità sociali, le attribuisce genericamente al fatto di ascoltare un determinato genere di musica, avere tatuaggi, praticare “sport violenti” o arti marziali. «Ridicole argomentazioni che impediscono una profonda comprensione di questi comportamenti», scrivono. 

Ma la loro riflessione non si ferma a questo. Si aggiunge la propaganda nazionalista che vede lo straniero come la radice di tutti i mali e che dà a questi individui il sentore di compiere una qualsiasi giustizia nel momento in cui tolgono la vita a una persona identificata genericamente come “immigrata” o “extracomunitaria”. «Non si può negare la responsabilità degli esponenti politici che tutti i giorni incitano all’odio verso “il diverso” e dei media che fanno da megafono a questo odio, mentre la realtà dei fatti ci ricorda dolorosamente come le nostre città e le nostre comunità siano minacciate da razzisti, fascisti, omofobi e da tutti coloro che usano la violenza per negare esistenze, diritti e scelte degli altri». 

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