Tre giornate, dal 27 al 29 novembre, ricche di incontri, conferenze, presentazioni di libri con le penne più importanti del fumetto internazionale.

Tre giornate dedicate al fumetto con una serie di incontri online e con gli artisti più quotati della scena internazionale. Ritorna anche quest’anno BilBOlbul – Festival Internazionale di Fumetto, giunto alla sua 14esima edizione, con un ricco calendario di eventi tra 27 e 29 novembre, visibili in streaming sul sito www.bilbolbul.net e sui canali Youtube e Facebook del Festival. Sarà il corpo il tema conduttore del festival 2020. Disegnare, di per sé, oltre alla mente coinvolge le mani, gli occhi: disegnare è anche un gesto. E i fumettisti spesso disegnano altri corpi, quelli dei personaggi che popolano le loro storie. «Vedremo corpi deformati, metamorfici, stilizzatissimi», ha detto Emilio Varrà, presidente dell’associazione culturale Hamelin, che ha ideato il festival nel 2007. «Basta guardare le figure umane disegnate nel graphic novel “Ted, un tipo strano” da Émilie Gleason, che è anche autrice del manifesto di BilBOlbul 2020. I corpi sono caricaturali, ridicoli, anche se ciò che racconta è decisamente crudo e serio», conclude Varrà. 

La rappresentazione del corpo è un fatto espressivo, quindi, ma è anche un fatto politico. Lo è soprattutto per il corpo femminile, in passato ritratto quasi esclusivamente da altri (da uomini) e adesso oggetto di una riappropriazione da parte delle artiste. Per questa ragione le tre giornate del 27, 28 e 29 novembre ospiteranno tante donne, oltreché per sfatare l’antica leggenda secondo cui il fumetto sarebbe roba da maschi, sebbene siano tante, e in continua crescita, le illustratrici e le lettrici coinvolte nel mondo delle vignette. «La voce femminile nel mondo del fumetto non è marginale, soprattutto quando si parla di corpi, di questioni politiche, di identità», ha affermato Maura Pozzati, consigliere di amministrazione della Fondazione del Monte, partner storico del festival. 

 

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