I luoghi dei crimini della “Banda della Uno Bianca” in una mappa digitale progettata con gli studenti del liceo Laura Bassi

I ragazzi del corso Documentaristico cinematografico del Liceo Laura Bassi hanno progettato, insieme all’Associazione delle Vittime e il Comune di Bolognauna mappa digitale che traccia i luoghi salienti di quell’ondata criminale durata più di sette anni.

Fu Bologna, e l’Emilia Romagna tutta, il paese più straziato dalla “Banda della Uno bianca”. Un’organizzazione criminale composta da 4  componenti della Polizia di Stato facenti capo ai due fratelli Roberto e Alberto Savi. Più uno, il terzo fratello, Savi Fabio. Ventiquattro i morti ammazzati, 102 i feriti dal 1987 al 1994. Teatro di questi fatti, sono tanti, a Bologna, i luoghi del dolore. Per questo, in questi mesi, i ragazzi del corso DOC (Documentaristico cinematografico) del Liceo Laura Bassi di Bologna hanno progettato, insieme all’Associazione delle Vittime e il Comune di Bologna, una mappa digitale interattiva che traccia tutti i luoghi salienti di quell’ondata criminale durata più di sette anni. Perché, come si legge nell’introduzione del progetto «sono talmente tante le vittime delle azioni criminali dei fratelli Savi che alcune di esse rischiavano di essere dimenticate». Sulla carta digitalizzata, ancora in costruzione, sono quasi 40 i luoghi segnalati in provincia di Bologna. E si stringono tutti intorno al giardino-monumento commemorativo posto in via Lenin a memoria delle vittime: «un monumento collettivo» si legge nell’interfaccia di approfondimento «in cui ricordare ogni anno (il 13 ottobre) tutti i caduti per mano degli assassini».  

Si può accedere a tutti i contenuti della mappa da remoto. Ma anche in loco, attraverso un “Qr code” (codice digitale) posizionato sui segnacoli posti a memoria dei singoli fatti delittuosi. Per i ragazzi, questa iniziativa è stata «soprattutto un percorso di Cittadinanza Attiva», spiega il professore Roberto Guglielmi, tutor del corso, «perché la nostra ricerca e i nostri documenti prodotti ex-novo hanno dato un ulteriore contributo al difficile cammino di verità e giustizia intrapreso dai familiari delle vittime 25 anni fa». L’applicazione digitale verrà arricchita, nel prossimo futuro, anche di altri contenuti, come l’estensione audiovisive.  

L’iniziativa di mappatura digitale viene dopo la realizzazione di un documentario d’inchiesta interamente curato dai ragazzi con la collaborazione di Rai Teche dal titolo “Uno Bianca. Mirare allo Stato”, già proiettato in alcune sale di Bologna e provincia alla fine dello scorso anno. E che verrà trasmesso in tv il prossimo 4 Gennaio, da Rai Teche in seconda serata, su Rai3, in occasione del 30esimo anniversario della Strage al quartiere Pilastro di Bologna. Lì morirono, sotto i colpi di pistola degli assassini, tre carabinieri. Una strage, che rimase impunita per quasi 4 anni. Insieme al docu-film, è stato prodotto anche un libro che «ripercorre una vicenda terroristica senza precedenti. Un atto di guerra contro la credibilità dello Stato» che racconta, dalla voce dei familiari e dei giornalisti che per primi furono presenti ai fatti, il lungo percorso per accertare la verità. Un percorso che, a detta di tutti i familiari delle vittime, non si è ancora del tutto concluso.

In questa continua ricerca di verità, si colloca anche la persistente ricerca e lo studio dei ragazzi del Liceo Laura Bassi. Al punto che è in attivo una proposta, al Consiglio Comunale di Bologna, di giungere presto alla digitalizzazione degli atti giudiziari dei processi della Banda della Uno Bianca, così come si è fatto per la strage del 2 Agosto e dell’Italicus. «Rappresenterebbe un passo concreto verso la ricerca della verità» e continua: «in questo modo i documenti potrebbero essere utilizzati non solo per memoria ma per fare passi avanti dal punto di vista giudiziario, con la possibilità di confrontare, comparare e approfondire tutti i documenti disponibili». Sono le nuove generazioni di ragazzi bolognesi il cuore profondo dal quale parte la volontà di comprensione di questa tragica parte del nostro passato di cittadini. E saranno loro, nel prossimo futuro, a ricucire, attraverso la memoria, lo strazio e la solitudine di tanti anni di impunità e di incomprensione. 

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