Parte domani, fino alla prossima epifania, la mostra dell’artista genovese Piergiorgio Colombara le cui opere saranno infiltrate fra quelle antiche del Museo Civico Medievale di Bologna.
Cos’è l’antico e cos’è il moderno? È la domanda che si nasconde dietro la mostra di Piergiorgio Colombara al Museo Civico Medievale di Bologna visitabile da domani 24 ottobre fino al prossimo 6 gennaio. Diciassette opere dell’artista genovese contemporaneo infiltrate fra le antiche sculture, le pietre tombali, i vetri e le maioliche della collezione permanente del Museo. E scovarle è una caccia al tesoro, non facile perché le sculture di Colombara amano nascondersi, mimetizzarsi senza dare nell’occhio. Potrebbe mandare fuori rotta il bronzo lavorato fino a farle uno straccio logoro (“Exbronzo”, 2004), o le piccole ceramiche (“Urne”, 1994) che sembrano tombe primitive in miniatura. A volte il gioco delle somiglianze è ancora più sfacciato, come quando, entrando in una sala, ci si ritrova davanti alla imponente statua di Bonifacio VIII del 1300 – con tiara in testa e braccio sollevato in una benedizione – e, un po’ più in basso, ad un suo piccolo doppio (“Exbronzo”, 2007), in cui però è rimasto solo l’abito in piedi sulla pedana.
Un gioco di continui rispecchiamenti, quindi, che arricchiscono tanto le opere contemporanee dell’artista genovese quanto quelle medievali, rinascimentali e secentesche di nuove riletture. «Nell’antico c’è il germoglio del moderno e nel moderno c’è il tramando dell’antico, in una sorta di perenne traghettamento dello sguardo in entrambe le direzioni», ha commentato il professor Sandro Parmiggiani, curatore della mostra. «E c’è sempre la continua possibilità di rileggere l’antico alla luce del moderno, e viceversa. Insomma, tutta l’arte è stata, anzi è, contemporanea».