Piante con nomi di donne importanti disseminate a Bologna e lasciate in ereditarietà alla città, è il progetto di 2 studentesse spagnole

Rendere Bologna ambientalista e femminista con dei piccoli orti comparsi ieri in alcune zone del centro storico (come via del Guasto, via Solferino e viale Meliconi) battezzati con i nomi di importanti donne della storia: è il curioso progetto “Retorno a la semilla” di Clara Godes e Marta Martín, due studentesse spagnole a Bologna. L’iniziativa unisce l’amore per la natura con il concetto di cura, una mansione spesso affidata alle donne che vengono qui celebrate attraverso le loro figure più nobili. Avere cura delle piante lasciate in giro per la città è anche quello che le due ragazze chiedono ai bolognesi i quali hanno la possibilità di partecipare al progetto mettendo i loro orti nelle strade (inoltrando una richiesta al sito internet dell’iniziativa).

L’idea è nata durante il periodo di quarantena in cui le due ragazze hanno sperimentato la mancanza del contatto con la natura. A ciò si è inserita anche una questione strettamente politica. «Avere cura degli esseri viventi è difficile, ma molto necessario. Crediamo che, nella società attuale in cui tutto è mercificato e valutato in termini di produttività e produzione, le cure sono state lasciate da un lato», si legge sul sito web del progetto. «Curarsi di qualcosa o di qualcuno è un lavoro che spesso è assegnato alle donne, senza avere nessun riconoscimento». Per questo motivo ogni pianta lasciata in giro per Bologna è accompagnata da un cartoncino con il nome e un disegno stilizzato di una donna che, a suo modo, è stata rilevante nella storia. 

In via del Guasto, vicino all’omonimo giardino, sono state posizionate due piante di zucca battezzate con i nomi di Gerda Taro e Gloria Anzaldúa. La prima, antifascista e compagna del noto fotografo di guerra Robert Capa, ha contribuito in modo significativo ai reportage sulla Guerra Civile Spagnola (1936-1939), con un servizio sulla battaglia di Brunete. La seconda era una studiosa texana specializzata in teoria culturale Chicana, oltre che in teoria femminista e queer. Il suo saggio “Borderlands/La Frontera” (1987), considerato pionieristico all’interno della letteratura Chicana, ha trattato i temi di genere, identità, razza e colonialismo nella cultura latina. 

Victoria Kent, un’altra piantina di zucca, la si può ritrovare in via Solferino. La figura storica da cui prende il nome è stata la prima donna, nel 1925, ad entrare nel Collegio per Avvocati di Madrid, nonché la prima avvocatessa al mondo ad aver esercitato in un tribunale militare. In viale Meliconi, nei pressi dei Giardini Margherita, ci sono le piante di meloni. Una di queste è intitolata a Elisa Serna, cantante spagnola famosa per le sue canzoni di protesta come “Agüita pa‘ beber (Carmona)”. La canzone narra di una vicenda avvenuta l’1 agosto 1974 a Carmona (Siviglia), in cui durante una manifestazione pacifica di cittadini che chiedevano dell’acqua da bere la guardia civil rispose sparando uccidendo Miguel Roldán Zafra. Elisa Serna, tra il 1970 e il 1975, fu più volte arrestata dal regime fascista di Francisco Franco con l’accusa di propaganda illegale. 

L’iniziativa “Retorno a la semilla” è anche una questione di necessità che si trasforma in un atto d’amore e fiducia per Bologna. Le due ragazze devono lasciare la città e hanno quindi affidato i loro orti alle cure dei bolognesi. Il progetto ambientalista e sociale di Godes e Martín verrà seguito a distanza, anche grazie a una mappa interattiva presente sul sito internet che indica i luoghi in cui sono posizionate le piante, in modo che i cittadini possano andare ad innaffiarle. I bolognesi possono continuare il progetto contribuendo con i loro orti contattando le studentesse nella sezione “Voglio partecipare” della pagina web e compilando l’apposito modulo. I partecipanti potranno, così, celebrare qualsiasi donna che ha fatto la storia rendendo Bologna un po’ più verde e consapevole. 

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