Jasmine Haffadi da vittima di bullismo a imprenditrice, esempio di rivalsa e integrazione

Dal bullismo subìto e culminato con l’hijab strappato dai capelli quando era una bambina al successo imprenditoriale raggiunto come giovane donna. È la storia di Jasmine Haffadi, nata a Casablanca 25 anni fa, ma residente a Bologna da quando di anni ne aveva 9, è un esempio di integrazione e affermazione femminile oltre ogni pregiudizio. Oggi infatti Jasmine è a capo di Storefit una società che in poco più di due anni ha inaugurato 4 palestre (a cui se ne aggiungeranno altre 3 entro la fine dell’estate) e fornisce il primo servizio di personal” training delivery”. 

Tra attacchi di panico paralizzanti, un viaggio da sola a Miami per ritrovarsi e decidere cosa fare ‘da grande’, Jasmine in appena 25 anni ha vissuto molte vite, a partire da quella di bambina immigrata ‘catapultata’ in una classe di ragazzini dei quali non comprende la lingua e la cultura e che si divertono a prenderla in giro e bullizzarla: «Venire in Italia era il mio sogno: mio padre era già lì, era partito da casa appena ero nata e io vivevo nell’attesa di raggiungerlo, convinta che l’Italia fosse il paese più bello del mondo». Le cose, in realtà non sono state subito semplici per Jasmine al punto che, dopo un anno a Bologna, supplicava i suoi genitori di riportarla a casa. «Ma abbiamo tenuto duro tutti insieme – racconta oggi – e io ho iniziato ad essere indispensabile per loro che ancora oggi non parlano bene l’italiano». 

Con un diploma ad indirizzo economico e il desiderio di proseguire gli studi all’università, Jasmine fa il suo primo ingresso nel mondo del lavoro come stagista in un centro estetico e già dopo tre mesi, sollecitata dalla prospettiva degli incentivi economici che le avrebbero permesso di pagarsi la retta, si rivela la migliore venditrice del gruppo. Al termine dello stage è già store manager e nel giro di un anno (prima ancora di compiere 20 anni) è la responsabile di tutti i negozi. 

«Tutto sembrava andare bene – spiega – quando un giorno, andando al lavoro mi è venuto un tremendo attacco di panico in autostrada. Terrorizzata chiamai il 118 e, in attesa dei soccorsi mi misi a pregare in arabo, la mia lingua. Non ricordo altro se non che mi svegliai in ospedale dove mi dissero che ero sana come un pesce e avevo avuto ‘solo’ un attacco di panico». Quell’episodio fu così destabilizzante da indurre Jasmine a lasciare il lavoro e volare da sola a Miami per imparare la lingua e capire cosa fare della sua vita. Rientrata in Italia, parlando con il suo compagno, riconosce di avere trovato il suo sogno: «Volevo essere un imprenditrice, volevo costruire qualcosa di valore per me, la mia famiglia e per le altre persone».  

È a questo punto che Jasmine si chiude in casa per un anno per imparare tutto quello serve per aprire una particolare tipologia di palestra: una palestra di dimensioni ridotte, in cui potersi allenare in perfetta tranquillità e privacy seguiti da un personal trainer esperto nella tecnologia degli elettrodi applicati su una tuta e permette di ottimizzare i tempi di allenamento. «Io odiavo la palestra, odiavo venire guardata mentre mi allenavo, odiavo la promiscuità dell’ambiente e questo mio pensiero è stato quello da cui è nata l’idea di Storefit». L’idea c’è, quindi, ma a mancare è il denaro per realizzarla: Jasmine prova in banca ma nono ottiene il prestito che chiede, quindi scopre che esistono i bandi europei per l’imprenditoria femminile e partecipa al primo che le sembra fare al caso suo. Non lo vince ma non demorde e al secondo tentativo ottiene quel finanziamento da che le permette di inaugurare la prima sede di Storefit: è il 23 febbraio 2020.  

A cinque giorni dall’apertura l’Italia va in lockdown e Jasmine si trova doversi inventare un piano B: nasce così, per cause di forza maggiore, il servizio di delivery: «Se la palestra non poteva aprire – ho pensato – allora faremo in modo che sia la palestra ad andare a casa delle persone». È un successo e quando Storefit può riaprire lo fa con il pieno di iscrizioni. Ma Jasmine, che nel frattempo ha coinvolto nel suo progetto anche il marito, decide di raddoppiare e il 23 febbraio 2021 apre il secondo store Storefit: il giorno dopo Bologna è in zona rossa e, di nuovo, è costretta a chiudere.  

Tuttavia la voce di questa tecnica di allenamento e dei servizi delivery di personal training si è sparsa, così due clienti che frequentano Storefit propongono a Jasmine di aprire altrettanti franchising sul territorio: «La formula da cui parto nei franchising è che l’imprenditore mette a mia disposizione il capitale per aprire la palestra, io la tecnica e assieme mettiamo a disposizione delle persone la possibilità di mantenere un buono stato di salute allenandosi».

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