Quali fattori influenzano l’invecchiamento? Lo studio dell’Università di Bologna

Uno studio condotto dall’Università di Bologna, pubblicato su Evolution, Medicine, & Public Health, ha evidenziato differenze significative nel processo di invecchiamento biologico tra due popolazioni che condividono lo stesso luogo di residenza. Conducendo analisi epigenetiche dettagliate, i ricercatori hanno esaminato il processo di invecchiamento biologico di due gruppi distinti nel villaggio di Misión Nueva Pompeya, in Argentina: i Wichí, una popolazione nativa americana, e i Criollos, un gruppo con radici sia native americane che europee. «Analizzando gli orologi epigenetici delle due popolazioni abbiamo scoperto che i Wichí mostrano segni di invecchiamento biologico più elevati rispetto ai Criollos. Queste differenze possono essere in parte attribuite alla diversa storia genetica, ma giocano un ruolo significativo lo stile di vita e i fattori ecologici», ha spiegato La coordinatrice dello studio, la professoressa Cristina Giuliani del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna.

Lo studio dell’Università di Bologna

Lo studio ha coinvolto 24 Wichí e 24 Criollos, rivelando per la prima volta differenze significative tra le due popolazioni. I Wichí mostrano un’età biologica più elevata rispetto ai Criollos, il che ha spinto gli studiosi a esplorare diversi fattori, tra cui lo stato nutrizionale, lo stato socioeconomico, il contesto ecologico e la positività a Tripanosoma cruzi, un parassita endemico nella zona. 

«I cambiamenti economici e nutrizionali, come il passaggio da una dieta basata su frutti e animali della foresta al consumo di cibo industrializzato, potrebbero aver contribuito alle differenze osservate nel processo di invecchiamento biologico», ha specificato professoressa Zelda Alice Franceschi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Alma Mater ha sottolineato. Altri fattori chiave considerati includono l’accesso all’acqua potabile e l’esposizione a malattie infettive. L’aumento dei tassi di infiammazione dovuto a infezioni ricorrenti potrebbe essere collegato all’accelerazione dell’età epigenetica osservata tra i Wichí. 

Alla ricerca hanno preso parte diversi studiosi dell’Università di Bologna: Vincenzo Iannuzzi, Stefania Sarno, Davide Pettener, Marco Sazzini e Cristina Giuliani del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali; Donata Luiselli e Paolo Abondio del Dipartimento di Beni Culturali; Gastone Castellani, Claudio Franceschi, Paolo Garagnani, Federica Sevini e Claudia Sala del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche; Federica Masciotta del Dipartimento di Scienze Statistiche “Paolo Fortunati”; Zelda Alice Franceschi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà. 

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