L’Università di Bologna nella top 200 mondiale e prima in Italia per Reputazione Accademica

In particolare, l’Alma Mater di Bologna quest’anno si posiziona 167esima su 1422 università del mondo.

Fra gli oltre 26 mila Atenei al mondo, l’Università di Bologna si posiziona nel miglior 1% scalando 21 posizioni nella classifica internazionale QS World University Rankings negli ultimi 8 anni. Quest’anno si posiziona, dunque, 167esima al mondo nonostante si registri un consistente aumento delle università prese in considerazione dal ranking (quest’anno sono 1422, 124 in più dell’anno precedente). 

In Italia l’Alma Mater di Bologna si colloca 67° in Europa e 73° a livello mondiale per Reputazione Accademica. In particolare, rispetto a quest’ultimo indicatore, che è il più rilevante della classifica (compone il 40% della valutazione finale) ed è basato sulle valutazioni di oltre 151.000 accademici, l’Unibo guadagna il primo posto in Italia e il 20° in Europa. 

«L’Alma Mater», commenta il Rettore Giovanni Molari, «si confronta e compete con le migliori Università del mondo senza rinunciare alla sua natura di grande Università aperta e inclusiva». «Garantire alti livelli qualitativi e reputazionali», prosegue il Rettore, «e contemporaneamente rispettare la nostra identità di mega-Ateneo pubblico è uno dei nostri vanti. Dobbiamo questi e altri risultati all’impegno generoso di migliaia di colleghe e colleghi che si riconoscono nei valori dell’Alma Mater e lavorano quotidianamente per tradurli in azioni concrete». 

Benché i ranking internazionali offrano una visione parziale, questi risultati sono motivo di grande soddisfazione, soprattutto se si considerano i parametri utilizzati per stilare la graduatoria, che favoriscono le università con un basso numero di studenti per docente. 

Il QS World University Rankings è una delle più note classifiche universitarie mondiali, consultata ogni anno da decine di milioni di studenti. Il ranking si basa sulle opinioni di 151.000 docenti, accademici e ricercatori e di 99.000 manager e direttori delle risorse umane, e comprende l’analisi di 16,4 milioni di pubblicazioni scientifiche, di 117,8 milioni di citazioni e i dati sulla distribuzione di 23 milioni di studenti e di circa 2 milioni di docenti e ricercatori. 

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