Intelligenza Artificiale, l’Università di Bologna rivela discrepanze con i processi umani

Un’indagine internazionale svela come le Intelligenze Artificiali si allontanino dai meccanismi cerebrali nell’analisi dei volti in movimento.

Un recente studio condotto da un team di ricercatori internazionali, guidato dalla professoressa Maria Ida Gobbini del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna, ha messo in luce le divergenze tra le intelligenze artificiali (IA) e i processi cognitivi umani nel riconoscimento facciale. Pubblicati sulla rivista PNAS, i risultati rivelano che nonostante i notevoli progressi delle IA (Intelligenze Artificiali), queste rimangono al momento un modello insufficiente per comprendere appieno come il cervello umano analizza i volti in movimento.

Le IA, alimentate dalle avanzate reti neurali convoluzionali (DCNN), hanno dimostrato di eguagliare o superare le prestazioni umane nel riconoscimento facciale statico. Tuttavia, quando si tratta di analizzare i volti in movimento, gli esseri umani mantengono un vantaggio nei complessi processi mentali coinvolti.

Lo studio ha coinvolto più di 700 brevi video di volti umani, variegati in genere, età, etnia, orientamento della testa ed espressioni emotive. Sia i sistemi automatici di riconoscimento che volontari adulti sani hanno partecipato all’analisi, supportati da monitoraggio comportamentale e risonanza magnetica funzionale (fMRI) per misurare l’attività cerebrale.

Gobbini sottolinea che, sebbene siano emerse similitudini nei processi cerebrali tra i partecipanti umani e nelle codifiche neurali artificiali, le correlazioni erano deboli. “Le reti neurali, al momento, non forniscono un modello adeguato delle prestazioni cognitive umane nell’analisi dei volti in un contesto dinamico”, afferma.

Nonostante il successo delle IA nel riconoscimento facciale statico, mancano ancora nella comprensione di aspetti cruciali come l’atteggiamento e lo stato emotivo di una persona. Gobbini conclude evidenziando che, per gli esseri umani, il riconoscimento dell’identità di una persona è solo l’inizio di una serie di processi mentali ancora oltre la portata attuale delle intelligenze artificiali.

Lo studio completo, intitolato “Modeling naturalistic face processing in humans with deep convolutional neural networks”, è disponibile sulla rivista PNAS. Questa ricerca è stata condotta nell’ambito di una collaborazione internazionale con il contributo significativo dell’Università di Bologna.

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