Coronavirus, l’Università di Bologna al fianco del Policlinico Sant’Orsola per affrontare l’emergenza 

Reagenti, materiale di laboratorio, respiratori ma anche prototipizzazione (tecnologia per realizzare prototipi) di alcune componenti da realizzare con stampanti 3D. I dipartimenti dell’Università di Bologna si stanno mobilitando  per l’emergenza legata all’epidemia da Covid-19. «Tutti i dipartimenti di area scientifico-biologica e chimica hanno risposto alla chiamata del Rettore, Francesco Ubertini, e hanno offerto collaborazione», dice il professor Francesco Saverio Violante, direttore dell’Unità operativa di Medicina del lavoro del Policlinico Sant’Orsola. 

L’Unità operativa di Microbiologia dell’Ospedale, diretta dalla professoressa Maria Carla Re, lavora senza sosta per effettuare tamponi. Ed ecco che per prevenire eventuali carenze di materiali ha chiamato a raccolta i dipartimenti dell’Alam Mater che hanno fornito mascherine, guanti, reagenti, come quelli che sono arrivati dal Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie (Fabit) e dal Dipartimento di Chimica industriale “Toso Montanari”. «Il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie (Dimevet) ci ha contattato perché aveva cinque respiratori per uso umano di cui tre sono già stati messi a disposizione del Policlinico Sant’Orsola», ha continuato il prof Violante ricordando un altro caso. 

«Se l’attività dei tamponi continuerà senza sosta potrebbe esserci una criticità anche su alcune componenti in materiale plastico delle provette. Anche in questo caso l’Ateneo si è prontamente mobilitato. Abbiamo ricevuto il sostegno di AlmaLabor», spiega il prof. Violante. «Un tecnico ha già incontrato gli operatori per capire di cosa potrebbe esserci bisogno. Le stampanti 3D dei laboratori dell’Alma Mater sono pronte a realizzare le provette qualora si verificasse una richiesta urgente di tali materiali». 

Fonte:Università di Bologna

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