Operatori sanitari positivi al Coronavirus al lavoro come volontari, sindacati: «Follia»

«Gli operatori sanitari positivi al Coronavirus ma asintomatici potrebbero anche rientrare al lavoro come volontari». Un’affermazione del commissario regionale per l’emergenza Coronavirus, Sergio Venturi, rivolta alle Aziende sanitarie emiliano-romagnole ma che ha fatto andare su tutte le furie sia i sindacati che i partiti politici in opposizione alla Giunta regionale di Stefano Bonaccini. Che gli operatori positivi ma senza sintomi possono continuare a lavorare da volontari è «folle e inaccettabile», ha attaccato il presidente del sindacato Nursing-Up, Antonio De Palma. 

Il piano definito da Venturi ha l’obiettivo di «incrementare il numero dei test e di rivolgersi innanzitutto agli operatori sanitari», ha spiegato Venturi. Nella direttiva alle Ausl si divide la regione in tre aree: zone di penetrazione massimale del virus (Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Rimini); zone di penetrazione elevata (Modena, Bologna) e le zone di penetrazione contenuta (Ferrara, Ravenna, Forlì). Ognuna ha diverse priorità rispetto agli screening. Nell’area emiliana con una maggiore incidenza del Coronavirus, ad esempio, si prevede il «tampone per screening periodico con cadenza quindicinale a tutti gli operatori sanitari operanti in aree covid-19, al fine di definire le dimensioni delle forze lavoro in campo, nell’ottica di proporre su base volontaristica la ripresa del lavoro ai soggetti positivi ma asintomatici». Questa decisione, scrive Venturi, «dovrà ovviamente essere sottesa alla creazione di idonei ambiti di utilizzo degli operatori sanitari e alla creazione di percorsi di accesso e utilizzo delle risorse comuni idoneo».

fonte: Agenzia Dire

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