È stato convocato per il prossimo venerdì un secondo Tavolo di Salvaguardia dell‘azienda bolognese ”Bio-On” produttrice di materiali ecologici e sostenibili finita in uno scandalo finanziario: la decisione, presa ieri mattina in un incontro tra istituzioni locali, regionali ed il nuovo amministratore giudiziario dell’azienda Luca Mandrioli, riguarda la situazione di crisi finanziaria dell’impresa. La Bio-on, azienda quotata sull’AIM (Mercato alternativo del capitale), secondo la Procura di Bologna avrebbe omesso informazioni obbligatorie da dare al mercato e gonfiato l’entità dei propri ricavi per rendersi più appetibile agli investitori, bruciando così dal 2015 ad oggi quasi un miliardo di euro dei risparmiatori.
Il primo Tavolo di Salvaguardia, avvenuto lo scorso venerdì e al quale hanno partecipato la Regione Emilia-Romagna, i sindaci dei comuni nei quali vi sono sedi della Bio-on e le rappresentazioni sindacali aziendali, è stato convocato proprio per fronteggiare la situazione disastrosa dell’azienda. Durante la riunione si è individuata come priorità il sostegno al reddito dei lavoratori coinvolti che, il Tavolo tende a sottolineare, «sono il vero capitale dell’azienda». Per fare ciò si è proceduto alla sollecitazione dei giudici del Tribunale di Bologna ad indicare il più presto possibile le modalità per individuare un’amministrazione di sostegno che assicuri la continuità aziendale. Secondo il Tavolo, inoltre, il Tribunale dovrebbe tener conto dell’ecosostenibilità portata avanti dall’azienda come la produzione di innovativi materiali bio-plastici, cosa che d’altro canto non dovrebbe in alcun modo sminuire i reati commessi dalla Bio-on nonostante le nobili premesse ideali.
A fianco dei consumatori, oltre alle Istituzioni, si sono schierate anche la Confconsumatori e l’Adiconsum, l’Associazione Difesa Consumatori e Ambienti promossa dalla Cisl. Per Antonio Pinto, il legale di Confconsumatori, bisognerà indagare soprattutto sui “tre soggetti che dovevano svolgere funzioni di tutela del mercato dei risparmiatori dell’AIM”.
Caterina Vinci, referente dell’Adconsum, dichiara che l’associazione sta invece esaminando le “numerose segnalazioni di coloro che hanno investito nel titolo per capire se tutte le procedure per gli investimenti siano state fatte secondo la legge” e sta “valutando con il supporto di un legale le possibili azioni da mettere in campo verso l’azienda per tutelare i risparmiatori”.