Ritrovato un manoscritto autografo di Gioacchino Rossini

Una lettera di Giacchino Rossini è tornata a casa, a Bologna. È stato ritrovato e riconsegnato questa mattina dai carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale al sindaco Virginio Merola, un manoscritto autografo del compositore che fu rubato dai locali del Conservatorio del capoluogo emiliano dopo il 1942. In particolare, si tratta di una lettera indirizzata al Senatore di Bologna con cui Rossini nel 1839 accettò la nomina di consulente onorario perpetuo del liceo musicale del capoluogo emiliano, scuola dove studiò lo stesso Rossini.

Il recupero della lettera è avvenuto dopo una segnalazione del Polo museale di Bologna che aveva riconosciuto il manoscritto in un documento in vendita in una casa d’aste. «Questo ritrovamento conferma e testimonia l’affetto e il legame che aveva il compositore verso la nostra città», ha detto Virginio Merola durante la cerimonia di riconsegna del manoscritto.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano sono state difficoltose perché l’immagine del documento, data l’epoca del furto, non era contenuta nella banca dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti.

«È una lettera indirizzata a un’istituzione culturale bolognese ed è anche datata a Bologna. In quel periodo il compositore viveva nella nostra città e accettò con grande piacere la nomina a consulente onorario del liceo musicale perché lo stesso Rossini studiò proprio in quella scuola. È un documento pubblico e come tale deve essere restituito all’amministrazione», ha detto Elisabetta Arioti, dirigente della Soprintendenza artistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna e direttore ad interim dell’Archivio di Stato di Bologna.

Uno dei motivi per cui è stato possibile riportare la lettera rivendicandola come “bolognese” è il fatto che era già stata pubblicata come appartenente all’archivio del liceo musicale della città. Nel volume “Il Regio Conservatorio di musica “G.B. Martini” di Bologna è riportato che “l’autografo di questa lettera è conservato nella sala Rossini del liceo, luogo da cui sparì dopo il 1942.

«Questo documento è tornato qua perché Rossini a Bologna è vivo. Ci sono 75 manoscritti, 311 libretti d’opera, 33 edizioni stampate e numerosi documenti. Ogni tanto “ritorna” perché qui abbiamo dei ricordi di Rossini molto forti», ha detto Roberto Grandi, presidente dell’Istituzione Bologna Musei.

Il documento sarà ora esposto nella sala espositiva dedicata a Rossini all’interno del Museo Internazionale e Biblioteca della Musica in occasione delle celebrazioni rossiniane per i 150 anni dalla morte.

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