“Libere nonostante Libero”: è l’evento che lunedì sera ha riunito un centinaio di donne, emiliane e non, al Centro delle Donne, in via del Piombo 5, nel cuore del centro storico di Bologna, per firmare l’esposto collettivo (preparato dalle avvocate Cathy la Torre e Rita Nanetti) nei confronti del giornale diretto da Pietro Senaldi e da Vittorio Feltri (quest’ultimo direttore editoriale) e delle sue frasi sessiste e diffamatorie nei confronti dell’onorevole Nilde Iotti e, in generale, delle donne emiliane. 

Nell’articolo di Giorgio Carbone, giornalista di Libero, Nilde Iotti «era facile da amare perché era una bella emiliana simpatica e prosperosa come solo sanno esserlo le donne emiliane. Grande in cucina e grande a letto. Il massimo che in Emilia si chiede a una donna». Frasi colme di disprezzo e di stereotipi che si credevano superati e che di certo non potevano lasciare indifferenti le dirette interessate. In tantissime infatti si sono presentate ad ascoltare le parole della famosa attivista LGBTQ Cathy la Torre, di recente nominata “miglior avvocata pro bono” del 2019 secondo The Good Lobby Award e dell’avvocata penalista Rita Nanetti. 

Donne di tutte le età, giovani e adulte, che hanno ascoltato in silenzio, spezzato solo dagli applausi scroscianti rivolti alle due avvocate che hanno spiegato con grande chiarezza gli aspetti “tecnici” dell’esposto. «Dopo le innumerevoli richieste, arrivate da tutta l’Emilia-Romagna, di donne che ci chiedevano un modo alternativo per poter firmare l’esposto non potendo essere fisicamente qui stasera, abbiamo deciso di metterlo online sul sito dell’associazione Orlando di Bologna, così potrà essere firmato da chiunque voglia rendersi partecipe dell’iniziativa», ha detto Cathy la Torre. 

Rita Nanetti ha spiegato, invece, la procedura: «Saranno disponibili due moduli, uno individuale e uno collettivo per le associazioni o gruppi, che dovranno essere personalmente compilati, firmati e consegnati di persona allegando l’articolo di Libero in un comando o in una caserma di polizia o di carabinieri. Potrà firmare solo chi è emiliana o chi possiede la residenza in Emilia-Romagna”. Inoltre si è sentita in dovere di ricordare l’intervento di Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano Il Giornale, al programma televisivo Di Martedì su La7, dove ha provato a giustificare Libero affermando che «Le donne romagnole sono famose nel mondo per la loro esuberanza da tempo, celebrata anche da FGuccini e Fellini, dovremmo forse censurarli?». 

«La parte giuridicamente offesa sono le emiliane perché nell’articolo si fa riferimento a uno stereotipo che viene dato esclusivamente a loro e non alle napoletane o alle siciliane. Perché l’esposto sia ritenuto valido deve essere presentato appunto da chi ha subito l’offesa. Penso che se l’Ordine dei Giornalisti fosse un po’ più serio nel suo lavoro avrebbe preso dei provvedimenti nei confronti di chi si permette ormai tutti i giorni di offendere una determinata categoria di persone per il proprio orientamento sessuale o semplicemente perché è donna, come nel caso di Nilde Iotti», ha dichiarato Cathy La Torre alla Gazzetta di Bologna. 

Una grande assenza di ieri sera è stata quella di Lucia Borgonzoni, la candidata leghista per la presidenza dell’Emilia Romagna. Cathy La Torre l’ha invitata personalmente su Twitter a presenziare all’evento, essendo anche la Borgonzoni donna ed emiliana, quindi sicuramente non lieta delle parole di Libero (e di Sallusti) 

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