Vendeva un dispositivo salva-vita a 399 euro, ma ne costava 30 e per rendere la truffa più plausibile si era addirittura aperto un’azienda individuale, specializzata nell’installazione di apparecchiature elettroniche destinate alla sicurezza domestica. Un 30enne albanese è stato denunciato questa mattina a Imola per truffa aggravata e circonvenzione di persona incapace. L’uomo è stato individuato dai carabinieri nel corso di un’indagine tesa a smascherare l’autore di almeno tre truffe ai danni di anziani imolesi.
Con l’apertura di una ditta individuale e quindi “in regola”, l’uomo entrava negli androni condominiali qualche giorno prima di compiere la truffa per appendere nella bacheca un manifesto che anticipava l’arrivo di venditori porta a porta. Gli anziani non avevano più modo di preoccuparsi, perché sapevano di avere a che fare con un professionista del settore. Ma non appena il 30enne oltrepassava la soglia di casa, iniziava la dimostrazione del funzionamento di un apparecchio sonoro per la rilevazione del gas metano. Carpita l’attenzione della vittima che si sentiva incoraggiata dalla presenza di un dispositivo “salva-vita”, l’albanese passava alla vendita del congegno che vendeva a 399 euro. L’apparecchio in questione esiste, costa una trentina di euro ed è venduto da un’azienda che è risultata estranea ai fatti. Il 30enne, quindi, dopo essersi accaparrato un ingente quantitativo di dispostivi, li rivendeva a prezzi spropositati, facendosi pagare in contanti o tramite bancomat, attraverso un POS che si portava appresso. In questo caso, il malvivente, se riusciva a distrarre la vittima, alterava il pagamento del POS, raddoppiando la cifra a 800 euro. I Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Imola (BO) hanno inoltre scoperto che il giro di affari dell’albanese ammontava sui 5.000 euro al mese.
È probabile, quindi, che oltre ai tre imolesi truffati di 79, 83 e 85 anni, ci siano ancora decine di anziani che non hanno sporto denuncia perché ignari del fatto.