Muore un operaio in provincia di Bologna, USB: «Introdurre il reato di omicidio sul lavoro» 

È rimasto sepolto dal terreno franato di uno scavo nell’area dei lavori per le opere compensative della Variante di Valico ed morto un operaio in provincia di Bologna. In particolare, la zona è interessata dai lavori di sistemazione dei movimenti franosi e delle opere idrauliche. L’operaio era dipendente dell’azienda AP costruzioni (Consorzio Krea) per conto di Autostrade e Ministero dei Trasporti. A renderlo noto è in un comunicato l’USB (Unione sindacale di Base) di Bologna.

«In attesa dei risultati dell’inchiesta, sorge la domanda di quali specifiche misure erano state messe in atto per evitare lo smottamento dello scavo che ha seppellito l’operaio considerando che la zona è appunto oggetto di misure di contenimento di movimenti franosi. Questa tragedia conferma che i lavoratori in appalto sono in cima alla casistica degli infortuni gravi e delle morti sul lavoro, basti ricordare l’operaio morto all’aeroporto Marconi e i cinque operai uccisi a Brandizzo in un appalto per le ferrovie», scrive nel comunicato l’USB. 

Morte di un operaio: di chi sono le responsabilità?

Secondo il sindacato «il fatto che queste accadono in infrastrutture e lavori pubblici aumenta la responsabilità delle istituzioni (Città Metropolitana, Regione e Ministero dei trasporti) per le condizioni di lavoro e sicurezza, a prescindere da responsabilità dirette e accertate». In questi giorni l’USB è nei luoghi di lavoro e nelle piazze per la raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che introduca sanzioni penali più severe come deterrente per la mancata applicazione di misure di sicurezza. 

Condividi