Il 45,6% dei laureati Unibo proviene infatti da fuori regione, quasi il doppio rispetto alla media nazionale che si ferma al 23,5%.
Quasi la metà (45,6%) dei laureati all’Università di Bologna è un fuori sede. Il 6% non è italiano. Il 67,2% non va fuori corso. Il 16% dei laureati all’Unibo ha fatto un’esperienza di studio all’estero e il 91,1% si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria all’Alma Mater nel suo complesso. È il profilo dei laureati all’Alma Mater di Bologna secondo un’indagine pubblicata qualche giorno fa secondo il XXIII rapporto del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea
Nel dettaglio, i laureati fuori sede sono quasi il doppio rispetto alla media nazionale che si ferma al 23,5%. In particolare, è fuori sede il 40,2% dei laureati triennali, il 53,9% dei laureati magistrali biennali e il 44,9% dei laureati nei corsi magistrali a ciclo unico.
Molto sopra la media nazionale anche i numeri dei laureati in corso dell’Alma Mater: il 67,2% chiude gli studi entro i tempi previsti, mentre la media nazionale si ferma al 58,4%. In particolare, si laurea in corso il 68% di chi si iscrive a un corso di laurea triennale (57,7% la media nazionale), il 68,6% di che sceglie un corso di laurea magistrale biennale (64,3% la media nazionale) e il 60,5% di chi sceglie un corso di laurea magistrale a ciclo unico (48,6% la media nazionale).
Più di 9 laureati su 10 si dichiatano soddisfatti dell’esperienza universitaria all’Alma Mater. Un dato, questo, in costante crescita: era l’88,7% nel 2018, l’89,7% nel 2019 e il 90,8% nel 2020. In particolare, l’89,1% dei laureati Unibo è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’87,8% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’82,9% dei laureati le ritiene adeguate. Il 74,7% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 14,4% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.
«Le azioni messe in campo in questi anni sulla qualità della didattica e sul miglioramento dei servizi agli studenti trovano un chiaro riscontro in questi nuovi numeri, a partire dal dato sulla soddisfazione complessiva dei nostri laureati, che è in costante crescita e arriva quest’anno al 91,1%», commenta la professoressa Eugenia Rossi di Schio, delegata per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Chi oggi lavora
Considerando i laureati triennali Unibo che, dopo il titolo, non si sono mai iscritti ad un nuovo corso di laurea (30,2%), a un anno dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione è del 66,7%. Tra gli occupati, il 23,6% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 21,4% ha invece cambiato lavoro; il 55% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 22,7% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 43,8% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). L’10,4% svolge un’attività autonoma (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 23,5% degli occupati.
Per quanto riguarda invece i laureati di secondo livello del 2019, quelli contattati a un anno dal titolo sono 8.848 (di cui 6.798 magistrali biennali e 2.050 magistrali a ciclo unico). Tra questi, il tasso di occupazione è pari al 68,8% (la media nazionale si ferma a 68,1%). Il 19,5% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 16,3% ha invece cambiato lavoro; il 64,2% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 19,7% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 36,6% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 11,3% svolge un’attività autonoma. La retribuzione è in media di 1.312 euro mensili netti.
L’indagine ha preso in considerazione 291 mila laureati, di cui 19.234 dell’Università di Bologna: 10.065 di primo livello, 6.962 magistrali biennali e 2.156 a ciclo unico (i restanti sono laureati del corso pre-riforma in Scienze della Formazione primaria o in altri corsi pre-riforma)