La piazza delle Sardine è quasi pronta, la scaletta promette tanto e le premesse per una nuova foto bolognese da spedire al leader leghista Matteo Salvini, una settimana prima delle elezioni regionali, ci sono tutte. L’appuntamento della manifestazione “Bentornati in mare aperto” è per domenica 19 gennaio in piazza VIII Agosto, dalle 15 fino a sera. Subsonica, Afterhours, Bandabardò, Modena City Ramblers, Pif, solo per fare alcuni nomi degli artisti (e non solo) che prenderanno parte alla serata abbracciando la causa delle Sardine.  

Sono passati due mesi dalla prima piazza bolognese, era il 15 novembre e l’invito a partecipare al flash mob in Piazza Maggiore serviva per dimostrare a Salvini (che teneva in contemporanea un evento al Paladozza) che Bologna non si “lega(va)” e che un linguaggio politico senza odio è ancora possibile. Evento riuscito: piazza stracolma e dal giorno dopo flash mob a catena nelle piazze di tutta Italia, e non solo.  

Un successo inaspettato, hanno ripetuto più volte gli organizzatori, dovuto però ad una voglia e ad una necessità di partecipazione politica che ribolliva già da un po’. Dopo anni di paure indotte mediaticamente qualcosa si è mosso ed è uscito allo scoperto, riempiendo le piazze come non sempre si vede, ma lo ha fatto fuori dai contenitori politici tradizionali. I partiti, reduci da un periodo di crisi di consenso, soprattutto a sinistra, si sono improvvisamente trovati di fronte ad una piazza ghiotta, su cui non sono mancati i tentativi di mettere il cappello. Eppure, nella loro iniziale ingenuità, le Sardine sono riuscite comunque a marcare i giusti confini per sopravvivere ai tanti talk show televisivi, alle avance e agli attacchi, provando a restare in piedi sulle loro gambe.  

La linea, più o meno organizzata e poi ribadita anche nella giornata romana del 14 dicembre scorso, è stata quella di rimanere solo nelle piazze attraverso i flash mob, i raduni e le passeggiate tra tutti quei territori di provincia che si sono rivelati più vulnerabili ai toni populisti. Fedeli solo alla linea di aggregare persone che vogliono un linguaggio politico diverso, costruttivo e senza odio, condannando i sovranismi. E con gli occhi sempre puntati alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna. L’obiettivo dichiarato è non far vincere la Lega di Lucia Borgonzoni e ciò non può che far piacere a Bonaccini e al PD emiliano 

Il voto del 26 gennaio, infatti, è ormai alle porte. Un voto cruciale che fa la parte di una resa dei conti per il governo nazionale. Salvini, ricorda Bonaccini, ha ormai sostituito la candidata Borgonzoni in quasi tutti gli appuntamenti di campagna elettorale in giro per la regione. Il PD nazionale invece, per voce dello stesso segretario  Nicola Zingaretti, ha lanciato l’idea di rinnovare il partito all’indomani delle elezioni, aprendolo e offrendo un approdo alle piazze giovani di quest’inverno, da Friday For Future alle Sardine.  

Mattia Santori, portavoce delle Sardine, si è dichiarato felice dell’approdo offerto dalla politica, ma prende tempo, difendendo il diritto delle Sardine di avere il tempo di capire cosa vogliono fare da grandi, senza dover fare per forza passi più lunghi della gamba. Il movimento è consapevole di questa necessità di strutturarsi meglio, non a caso l’appuntamento con questa discussione è all’indomani del voto regionale, verso una data in primavera (forse a marzo) che si possa definire come il “primo congresso delle Sardine”. 

Dovrebbe essere quello il luogo della discussione sul “che fare” del prezioso capitale umano di questo movimento. Le prospettive oggi sono sicuramente positive e favorevoli: la politica tradizionale ha estremamente bisogno di nuove spinte, diverse, fresche, che riscrivano le modalità del fare politica tornando a saldare il rapporto di fiducia tra classe politica eletta ed elettori. Su questa prospettiva, i passi fatti fino ad oggi dalle Sardine sono stati azzeccati e hanno sicuramente incassato vittorie sui numeri, sui linguaggi e sulla partecipazione. Potremmo dire che ora viene il bello ed il difficile: crescere, diventare grandi significa questo.  

Da un lato le Sardine possono scegliere di ridurre il proprio lavoro al servizio della politica esistente, rinunciando a gran parte dei loro sogni, dall’altro possono decidere di appropriarsi di una parte del lavoro politico necessario al paese e di farlo proprio, nelle forme e nei modi che riterranno migliori ed efficaci per affrontare il futuro e nuotare in mare aperto. 

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