Per il decreto Dignità fortemente voluto dal ministro del Lavoro, il pentastellato Luigi Di Maio, a Bologna 7 lavoratori sono stati mandati a casa. Subito dopo le feste natalizie, il supermercato del Gruppo Pam di via Marconi ha deciso di non rinnovare il contratto a tempo determinato a sette persone appellandosi – secondo fonti vicine ai lavoratori – ai vincoli imposti dal decreto Dignità convertito nella legge 96/2018 la scorsa estate. 

Le nuove disposizioni prevedono che i contratti a termine avviati dal 14 luglio 2018 rispettino un limite temporale di 2 anni per tutti i rapporti intercorsi con lo stesso datore di lavoro e un numero non superiore a 4 proroghe nell’arco di 24 mesi, invece delle 5 imposte dalla vecchia normativa. Al raggiungimento dei 12 mesi il rapporto dev’essere giustificato da apposite esigenze aziendali. Inoltre, è stato imposto un limite massimo di durata pari a 24 mesi fino alla reintroduzione delle causali. Cosa che pone le aziende a dover valutare attentamente sia i rapporti in essere sia quelli futuri. 

Per Filcams Cgil (sindacato che rappresenta i lavoratori del Commercio, Turismo e Servizi), per la Federazione italiana sindacati addetti ai servizi commerciali (Fisascat) della Cisl e per la Uiltucs della Uil che cura e stipula i contratti per alcune categorie del settore terziario, il gruppo Pam utilizzerebbe il decreto Dignità del governo giallo-verde come alibi per usare i lavoratori per poi scaricarli. «Gli spazi per la conferma a tempo indeterminato c’erano, in quanto l’organico era già ai minimi livelli, poiché l’azienda negli anni scorsi non aveva sostituito il turnover. La scelta di non confermare i contratti a termine risulta ancora più incomprensibile perché penalizza i reparti serviti già in sofferenza, ma soprattutto perché la Pam entro la fine del 2019 aprirà un nuovo negozio in cui dovrà assumere tutto l’organico», hanno scritto Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil in un comunicato. 

L’attacco dei sindacati al gruppo Pam per questi 7 licenziamenti è ancora più grave se il decreto Dignità si legge in chiave di fiancheggiamento alle aziende anziché essere dalla parte della “dignità” del popolo lavoratore. 

Secondo gli ultimi dati forniti dall”Istituto nazionale di statistica (Istat) il numero degli occupati è calato di 4mila unità, con un lieve aumento dei contratti a tempo indeterminato,  ma con una diminuizione di 22mila contratti a termine. Ai quali nei primi giorni del 2019 si aggiungono 7 lavoratori di Bologna.

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