Parlare e scrivere senza fare discriminazioni di genere, firmato a Bologna un nuovo protocollo sulla comunicazione

Fare la differenza attraverso il linguaggio: così l’Emilia Romagna va al tavolo per contrastare la comunicazione discriminatoria. A pochi giorni dalla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stato firmato un nuovo “Protocollo metropolitano sulla comunicazione di genere” con cui promuovere una comunicazione pubblica contro stereotipi e differenze. Particolare è l’attenzione verso i soggetti femminili. Con l’ideazione di questo protocollo verranno realizzati percorsi di sensibilizzazione e informazione rivolti a istituzioni, media, associazioni e scuole. Ma anche ai soggetti che a vario titolo usano la comunicazione nel loro lavoro, affinché ci sia sempre maggior consapevolezza rispetto ai messaggi che si veicolano. Il documento è stato sottoscritto dalla Città metropolitana di Bologna, dai distretti socio-sanitari, il dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Alma Mater e l’Ufficio scolastico regionale. Con loro anche l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, le organizzazioni sindacali metropolitane e di Imola, l’Ufficio V Ambito Territoriale di Bologna e il Comitato regionale per le comunicazioni. 

Insieme al protocollo arriva una campagna di comunicazione che ne promuove gli obiettivi e verrà trasmessa su quotidiani e tv locali, ma anche sui social network. “Il linguaggio fa la differenza” è lo slogan dello spot ideato dall’agenzia Comunicattive con la consulenza della professoressa Giovanna Cosenza dell’Università di Bologna.  Il linguaggio, che viene veicolato attraverso parole e immagini, forma la nostra mente e crea la realtà, oltre a descriverla. «C’è un lavoro culturale da fare, sia nelle scuole sia nei media per destrutturare tutta quella serie di concetti stereotipati con cui si è abituati fin da piccoli a pensare. Dei passi avanti sono stati fatti, ma ce ne sono ancora da fare in questa direzione, perché ogni giorno le donne subiscono differenze e discriminazioni», ha sottolineato Cosenza. 

L’assessora alle Pari Opportunità, Susanna Zaccaria, ha evidenziato, invece, come ci sia un collegamento diretto tra l’uso del linguaggio e i fatti di cronaca più gravi, come i femminicidi. L’Emilia Romagna si è già mobilitata per quanto riguarda il linguaggio di genere e lessico delle differenze con l’art. 9 della “Legge quadro per la parità di genere” del 2014. Per Zaccaria “il protocollo agevolerà la trattazione di questo tema”. 

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, Giovanni Rossi, ha poi sottolineato la volontà della struttura collegiale di dare valenza nazionale a questa iniziativa regionale. “Nonostante a livello deontologico ci siano delle regole e degli strumenti da applicare esiste un vuoto di pratica: alcuni professionisti sono scorretti e ostili alle buone direttive”, ha dichiarato Rossi. 

con la collaborazione di Rachele Baccichet

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