A Bologna 15 nuove “pietre d’inciampo” in memoria delle vittime del nazismo

Tenere viva sempre a Bologna la memoria delle persone deportate nei campi di sterminio nazisti. Un ricordo sull’asfalto che non verrà mai dimenticato dopo la posa di domani mattina delle prime 15 pietre d’inciampo davanti alle ultime abitazioni di alcune vittime bolognesi della persecuzione fascista e nazista. Un’incisione sulla superficie superiore ne ricorda nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte, quando conosciuta. A posare le pietre d’inciampo sarà l’artista Gunter Demnig: 5 in via Rimesse davanti all’abitazione della famiglia Baroncini. Saranno presenti alcuni studenti delle classi terze della scuola media Jacopo della Quercia.  Un’altra pietra sarà posata in via del Cestello 4, davanti all’abitazione di Mario Finzi. Saranno presenti le classi V A e II F del Liceo Galvani. Altre 7 pietre saranno posate in strada Maggiore 13, davanti all’abitazione della famiglia Calò. Saranno presenti alcuni alunni dell’Istituto comprensivo 16. Le ultime due pietre due pietre davanti all’abitazione della famiglia Orvieto dove il sindaco di Bologna Virginio Merola saluterà l’artista. Saranno presenti alcuni alunni dell’istituto professionale Aldrovandi Rubbiani. 

Cosa sono le pietre d’inciampo 

Le pietre d’inciampo (Stolpersteine) sono un monumento ideato e realizzato dall’artista tedesco Gunter Demnig per tenere viva la memoria delle persone deportate nei campi di sterminio nazisti. Il progetto consiste nell’incorporare dei blocchi quadrati di pietra (10×10 centimetri), ricoperti di ottone lucente, nel selciato stradale davanti alle ultime abitazioni delle vittime della persecuzione fascista e nazista. 

Camminando per Bologna le colpiremo con i piedi, ci chineremo per vedere in cosa abbiamo inciampato e ci troveremo di fronte a una nuova storia da conoscere, restituendo così la sua individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero. L’espressione “inciampo” deve dunque intendersi non in senso fisico, ma visivo e mentale, per far fermare a riflettere tutti coloro che si imbattono, anche casualmente, nell’opera. «Sono sempre inorridito ogni volta che incido i nomi, lettera dopo lettera. Ma questo fa parte del progetto, perché così ricordo a me stesso che dietro quel nome c’è un singolo individuo. Si parla di bambini, di uomini, di donne che erano vicini di casa, compagni di scuola, amici e colleghi. E ogni nome evoca per me un’immagine. Vado nel luogo, nella strada, davanti alla casa dove la persona viveva. L’installazione di ogni Stolperstein è un processo doloroso ma anche positivo perché rappresenta un ritorno a casa, almeno della memoria di qualcuno», ha dichiarato l’artista. 

Le pietre d’inciampo sono un progetto promosso e finanziato dal Comune di Bologna con il Tavolo della Memoria che riunisce il Comune di Bologna, la Regione Emilia-Romagna – Assemblea Legislativa, l’Università di Bologna, lUfficio Scolastico Regionale di Bologna, l’Istituto Storico Parri di Bologna, la Comunità Ebraica di Bologna, il Museo Ebraico di Bologna, l’associazione Figli della Shoah, l’ANPI e l’ANED. 

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