I volti del Muro di Berlino tra foto e pittura, una mostra sulla memoria

Raccontare la Berlino dell’89 esprimendo la propria memoria e realtà attraverso scatti analogici dipinti a mano e accompagnati da brevi pensieri scritti: si presenta così la mostra fotografica “BerlinBrandenburger Tor 1989” dell’artista Massimo Golfieri. Quaranta lavori che si mostrano al pubblico per la prima volta in un’esposizione negli spazi dello Studio Cenacchi in Via Santo Stefano, 63 a Bologna da giovedì 31 ottobre al 28 novembre. 

Dopo trent’anni dallo scatto, Golfieri ha realizzato una mostra di foto scattate durante i giorni della caduta del muro di Berlino che verranno esposte per la prima volta al pubblico: un vero e proprio viaggio nel tempo che vuole ripercorrere uno dei momenti storici più importanti del XX secolo. Un racconto della storia tutto personale, una realtà letta tramite i propri ricordi che emergono grazie all’incontro di diversi linguaggi artistici. Le fotografie presenti sono analogiche in bianco e nero, stampate su carta ai sali d’argento baritata e colorate a mano con la tecnica pittorialista dei pigmenti all’albumina. L’uso di quest’ultima è stato scelto perché la sostanza lega molto bene con i sali d’argento, permettendo al pigmento di rimanere indelebile nel tempo. Le foto sono accompagnate anche da commenti personali scritti a penna che caricano ulteriormente di memoria l’opera. Non è stato lasciato al caso neppure il tipo di colori usati: sono inchiostri e tinte acquistati nella vecchia Germania dell’Est.

Con i suoi scatti Golfieri ha posto l’attenzione sulla reazione delle persone davanti alla caduta del muro, immortalando l’atmosfera fatta di speranza e fermento che si viveva a Berlino Est e Ovest in quei giorni. L’artista ha voluto catturare «la germanica compostezza e la germanica emozione», l’incertezza dell’avvenire attraverso i volti delle persone poco rappresentati dall’immaginario collettivo. Emergono sguardi segnati da sentimenti contrastanti, preoccupazione e interrogativi sospesi. Una documentazione storica che racconta i contrasti: la felicità e l’inquietudine di un mondo diviso che si ricongiunge. Nella maggior parte degli scatti gli spettatori hanno il muro alle spalle. «I volti sono ciò che il muro vede, dall’una come dall’altra parte, indifferentemente», ha detto  Franco Minganti , autore di uno dei testi critici della mostra.

Ma non solo foto: durante la mostra il visitatore sarà catapultato nell’atmosfera del lontano 1989 berlinese in maniera più analitica e dettagliata attraverso la proiezione di un video realizzato dallo stesso fotografo a partire da vecchi negativi. Il fotografo imolese ha scelto di adoperare tecniche artistiche del passato perché «ora viviamo la fotografia senza capirne i supporti a causa della tecnologia». L’esposizione è stata curata da Jacopo Cenacchi e gode del patrocinio del Goethe Zentrum Bologna. Importante anche il contribuito di due figure del panorama artistico e accademico: i fotografi Andrea Angelini e Guido Piacentini

con il contributo di Rachele Baccichet

 

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