Migranti, Centro Mattei al collasso: «Situazione insostenibile»

I migranti del Centro di accoglienza Mattei non ce la fanno più e indicono un presidio e una conferenza stampa per domani giovedì 5 ottobre.

«Al Centro Mattei di Bologna la situazione ormai è insostenibile. Siamo più di 800 in uno spazio pensato per ospitare poche centinaia di persone. Ogni giorno arrivano nuovi migranti, ormai ogni spazio del centro è occupato da tende e letti. Nel retro aggiungono sempre nuove tende. Molti di noi dormono in capannoni dove ci sono decine e decine di letti, ammassati uno sull’altro, senza nemmeno un metro di distanza. Non c’è spazio per le nostre cose». Inizia così una lettera arrivataci in redazione del Coordinamento Migranti di Bologna che indicono una manifestazione e una conferenza stampa domani giovedì 5 ottobre alle 10 davanti al CAS Mattei in via Enrico Mattei, 60 a Bologna. 

«Anche se siamo qui da mesi l’unica carta che abbiamo in tasca con scritto il nostro nome è una tessera per i pasti che ci viene data appena sbarcati. A molti di noi non hanno ancora preso le impronte digitali per iniziare la richiesta di protezione. Siamo parcheggiati al Mattei, tenuti come pacchi postali e questa situazione va avanti da mesi, mesi in cui non possiamo lavorare, non possiamo ricevere le cure mediche, non abbiamo accesso a nessun servizio fuori dal centro. Viviamo sospesi senza poter far nulla, e dobbiamo vivere con un pocket money di pochi euro che arriva sempre con settimane di ritardo», scrive il Coordinamento. 

Insomma, una situazione insostenibile e molto diversa da quella vissuta da altri migranti che nei mesi scorsi hanno ricevuto un trattamento senza dubbio diverso. Ai migranti in fuga dalla guerra in Ucraina, ad esempio, un provvedimento nazionale li aiutò ad entrare e a sistemarsi in Italia. Treni, servizi marittimi e autostrade furono per loro gratuiti per raggiungere il primo luogo di accoglienza entro cinque giorni dall’ingresso in Italia. Cose che non stanno accadendo per chi arriva invece da altri Paesi. 

«La vita dentro al centro Mattei fa schifo ed è insopportabile. Le file per il cibo sono lunghissime, e possono durare ore, durante cui siamo controllati da agenti di sicurezza privata. Il cibo è poco e scadente, e anche le medicine scarseggiano. Tutti gli spazi sono sporchi e pieni di insetti. Tutti gli ospiti hanno a disposizione pochi bagni, che spesso si otturano o si rompono e passano giorni prima che vengano riparati. Se piove o fa vento le tende si sollevano e l’acqua entra nei nostri letti. Se abbiamo un problema di salute o con la burocrazia non sappiamo a chi rivolgerci», si legge nella nota del Coordinamento migranti Bologna. 

Per i profughi ucraini, invece, il Comune di Bologna scoprì un anno e mezzo fa di avere case sfitte da assegnare anche a chi fuggiva dalla guerra in Ucraina. «Rispondiamo ai bisogni di pronta accoglienza e transizione abitativa, aumentando per i prossimi 6 anni lo stock di appartamenti a disposizione dei nostri settori per gestire i nuovi flussi di arrivo nella nostra città, anche in considerazione dell’arrivo delle e dei profughi dall’Ucraina», disse nell’aprile 2022 la vicesindaca con delega a Casa, emergenza abitativa, abitare collaborativo e cooperativo Emily Clancy.   

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