L’osso duro da superare per la Lega era soprattutto Bologna, città tra le più popolose e più rosse dell’Emilia-Romagna e, tra l’altro, anche terra natia della candidata Lucia Borgonzoni. E la difficoltà di vincere nel capoluogo emiliano Matteo Salvini se la immaginava. Per cercare voti a Bologna le ha provate tutte. Giocando anche sporco, come per esempio lo “show” del leghista nel rione Pilastro dove ha citofonato a una famiglia italo-tunisina chiedendo se spacciassero. Poi, a poche ore prima del voto, Salvini a sorpresa si è fatto trovare in mezzo ai banchi del mercato della Piazzola in cerca di consensi. Sembrava un disperato che voleva vincere a tutti i costi nella città rossa. Ma Bologna non si è fatta fregare. Non ha abboccato alla sua propaganda. Anzi. È vero che a Bologna Lucia Borgonzoni ha ottenuto il 32 per cento dei voti, ma è anche vero che il candidato del centro-sinistra ha avuto più del doppio dei voti della leghista. 

La sensazione è che l’alta affluenza al voto in Emilia-Romagna (e Bologna tra le più alte) ci sia stata proprio per battere la Lega e Salvini. L’unico modo per andare contro le sue politiche di odio era votare per il presidente del centro-sinistra Bonaccini. Tanto è vero che a Bologna quest’ultimo ha sfiorato il 70 per cento dei consensi. La mano più grande è arrivata dal movimento spontaneo delle Sardine e dalle due manifestazioni in piazza contro la Lega. La prima lo scorso 14 novembre quando Matteo Salvini venne al Paladozza di Bologna a presentare la sua candidata. L’altra lo scorso 19 gennaio dove le Sardine hanno radunato in piazza VIII Agosto circa 40 mila persone. L’obiettivo delle Sardine sembrerebbe essere andato a buon fine. Probabilmente sono stati proprio loro a smuovere le coscienze e abbiano in qualche modo spinto anche gli indecisi a votare Bonaccini per sconfiggere il populismo e le politiche di odio e di razzismo della Lega. Ora le Sardine si ritirano un po’ dalla scena. Come soddisfatti di aver centrato l’obiettivo. «Siamo nati dicendo che eravamo contro il populismo. Oggi siamo consapevoli che, se lo vogliamo, oltre che “contro” possiamo essere “meglio”. E possiamo esserlo con mezzi sconosciuti a chi fa propaganda di mestiere: gratuità, relazioni umane, creatività ed empatia. L’esperienza dell’Emilia-Romagna dimostra che le sardine servivano come l’ossigeno», si legge sulla pagina ufficiale 6000 sardine. 

Ma ora è tempo di tornare a prendere contatto con la realtà e ristabilire le priorità. «Desideriamo tornare ad essere noi stessi, elettori e cittadini, parenti e amici. Per questo motivo non ci vedrete in TV o sui giornali. È tempo di far calare il sipario e lavorare dietro le quinte per preparare un nuovo spettacolo con tutti voi che vorrete continuare a non essere spettatori qualunque. Fino ad oggi siamo stati una bella favola. Ora chiudiamo il libro e sporchiamoci le mani», hanno scritto i leader del movimento delle Sardine appena conclusosi il voto.

foto: dalla pagina Facebook 6000sardine

Condividi