“San Donato Beach”, un docu-film sulla solitudine della periferia di Bologna in estate

Il docu-film “San Donato Beach” di Fabio Donatini racconta il mese di agosto nel quartiere San Donato e  cosa succede a quei pochi che non se ne vanno.

Negozi con le serrande abbassate, strade vuote di macchine e di persone, giornate lunghe, infinite. Solo in pochi rimangono a vagare per il quartiere San Donato di Bologna quando arriva l’estate. È l’agosto in periferia, come l’ha raccontato Fabio Donatini nel film “San Donato Beach”, prodotto dalla Zarathustra Film, in concorso al Torino Film Festival. Il film documentario sarà proiettato in streaming sabato 21 novembre alle 14,00 sul sito web del festival.

Fabio Donatini, regista bolognese, vive proprio nel quartiere San Donato nell’immediata periferia di Bologna da più di vent’anni. «Ho trovato in due o tre chilometri dopo il ponte quello che c’è in un piccolo paese: la vita da bar, sempre con le stesse persone, la quotidianità», spiega il regista. Ma questo “piccolo paese” nascosto nella grande città si svuota quando arriva l’estate, quando i lavoratori vanno in ferie e gli studenti tornano dalle loro famiglie. Allora restano quei pochi che, sia per libera scelta, sia – più probabile – per mancanza di soldi, in vacanza non ci possono andare. Come sopravvissuti, si aggirano in un quartiere deserto. 

L’idea che muove l’intero film parte dalla necessità di un’indagine sulle varie sfaccettature della solitudine in periferia in cui l’estate sembra non finire mai e ne diventa palcoscenico di persone emarginate solo all’apparenza. «Mi sono trovato solo con cinque o sei persone, a vederci tutti giorni», racconta Fabio Donatini. «Ti ritrovavi a passeggiare per vie senza più macchine, con i negozi chiusi per ferie. Allora anche il gruppo che in primavera era frivolo si appesantisce. Le giornate sono più lunghe, e la solitudine è più forte», continua il regista.

Era il 2017 quando Fabio Donatini e Antonello Grassi, sceneggiatore di “San Donato Beach”, per la prima volta hanno pensato di documentare questa strana metamorfosi che, tra l’ultima settimana di luglio e la prima di settembre, si verifica nell’ecosistema San Donato e nei suoi abitanti. Di lì è cominciato un lungo processo di studio dei luoghi e delle persone, delle cinque figure – Patrizia, Andrea, Reza, Armando e Stefania – che, con i loro pensieri e paure, animano il film. «L’idea c’era, ma mancavano i mezzi», ha detto Antonello Grassi. «Questo film è stato realizzato con un budget minuscolo, in pratica con la forza delle idee. Siamo contenti che sia arrivato al Torino Film Festival», aggiunge Grassi.

Il film sarà proiettato online sabato 21 novembre sul sito www.torinofilmfest.org, dopodiché lo si potrà guardare per altre 48 ore. 

di Elvira Fiore 

Condividi