“Cerimonia”, un’opera d’arte urban a cielo aperto riqualifica via Stalingrado 

Una struttura alta più di 5 metri interamente costruita in rete metallica, materiali e terra reperiti nel sito dell’ex Mercatone Uno, ideata dall’artista 33enne Edoardo Tresoldi, è stata inaugurata oggi in via Stalingrado. Sarà visibile dal 31 ottobre.

Riqualificare e trasformare la periferia: è l’intento di Cerimonia, la nuova installazione artistica in via Stalingrado, nell’area in disuso dell’ex Mercatone Uno, realizzata da TRAC – Tresoldi Academy – col sostegno di Unipol e la collaborazione di G124, un gruppo di giovani architetti voluto da Renzo Piano per una ricerca costante sul tema delle zone periferiche. L’opera, virtualmente inaugurata oggi, sarà visibile a partire dal 31 ottobre: dall’interno tutti i sabati dalle 9,30 alle 18,30, con ingresso libero, e dall’esterno tramite pareti in plexiglass ogni giorno dalle 8,30 a mezzanotte. Resterà installata per tutto il 2021, periodo in cui la zona di via Stalingrado vedrà realizzarsi un importante progetto di riqualificazione e la costruzione di una nuova area residenziale.    

L’opera 

L’installazione, una struttura alta più di 5 metri interamente costruita in rete metallica, materiali e terra reperiti nel sito dell’ex Mercatone, è stata ideata dall’artista 33enne Edoardo Tresoldi con la collaborazione di 15 studenti dell’accademia bolognese di YAC – Young Architects Competitions, una rete di architetti e giovani progettisti. «Abbiamo fatto un esercizio di teologia urbana», ha dichiarato Tresoldi durante la conferenza stampa, «cercando di respirare con il posto». Infatti, l’opera ha l’aspetto che avrebbe un antico tempio se fosse costruito oggi con materiali diversi da quelli consueti: «tendo sempre a ributtarmi nel sacrale», ha aggiunto Tresoldi. «Con le mie opere non chiedo di usare un posto, ma di guardarlo in quella che può essere la dimensione più alta dell’osservare». Importantissimo diventa quindi il rapporto con il contesto, cioè con la periferia: il nome Cerimonia rimanda infatti alla celebrazione di una trasformazione, quella che ha permesso di innovare e valorizzare lo scenario dormiente di una zona periferica.  

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