Un progetto europeo a cui ha partecipato anche l’Università di Bologna ha analizzato i rischi ambientali, sociali ed economici a cui vanno incontro isole ed arcipelaghi dell’Unione Europea a causa del riscaldamento globale. 

Cosa potrebbe succedere nei prossimi decenni alle isole europee minacciate su più fronti dal cambiamento climatico? A dare una risposta a questa domanda è intervenuto il progetto europeo SOCLIMPACT con cui istituti di ricerca ed enti locali, università (tra cui l’Università di Bologna con il Centro di Studi Avanzati sul Turismo del Campus di Rimini), società private, economisti e politologi, fisici e climatologi, hanno unito le forze per capire i possibili impatti a livello ambientale e naturalistico, ma anche per le possibili conseguenze sociali ed economiche, che i cambiamenti climatici possono portare dalle isole di Cipro alle Azzorre senza dimenticare Sicilia e Sardegna. 

Il progetto, che ha coinvolto 24 partner di ricerca da otto Paesi europei, si è appena concluso, dopo 40 mesi di lavori. Le Antille Francesi, le Azzorre, le Baleari, le Canarie, Creta, Cipro, Madeira, Malta, Sardegna e Sicilia sono le isole e gli arcipelaghi dell’Unione Europea su cui si sono concentrati gli studiosi. Con un focus su quattro settori chiave per la “blue economy”: acquacoltura, energia, trasporti marittimi e turismo. Proprio il turismo, in particolare, è il tema su cui si è focalizzato il gruppo dell’Università di Bologna coinvolto nel progetto, che ha lavorato sfruttando le competenze del Centro di Studi Avanzati sul Turismo (CAST), attivo al Campus di Rimini e punto di riferimento internazionale per la ricerca nel settore turistico.

«Il nostro contributo si è concentrato soprattutto sull’introduzione di metodologie sperimentali per stimare l’impatto dei cambiamenti climatici sul settore turistico, attraverso l’uso di big data provenienti dai social media e da altre piattaforme web. Questo approccio ci ha permesso di valutare in maniera innovativa l’impatto dei cambiamenti climatici sul settore turistico, sia definendo la variazione futura della spesa turistica e il suo impatto sul PIL, sia stimando l’impatto che i cambiamenti climatici hanno sull’immagine delle destinazioni turistiche», spiega Paolo Figini, professore al dipartimento di Scienze Economiche, che ha guidato il gruppo di ricerca Unibo. 

L’aumento del livello del mare, la perdita di superficie costiera, i mutamenti della flora marina, l’aumento degli incendi, la maggiore diffusione di malattie infettive sono tutti rischi legati al cambiamento climatico che gli studiosi coinvolti nel progetto SOCLIMPACT hanno considerato.  

I dati racconti hanno quindi permesso di mettere a punto strategie alternative di adattamento ai cambiamenti climatici per ognuna delle isole e per ognuno degli scenari considerati, con un processo partecipativo che ha coinvolto anche gli attori locali dei territori. È nato così il Sistema REIS (Regional Exchange Information System): una piattaforma che permette non solo l’accesso a risultati del progetto, ma diventa ora anche un punto di riferimento per il dibattito e la proposta di nuove idee e di nuove soluzioni in relazione ai cambiamenti climatici, anche oltre i confini dei dodici territori studiati dal progetto. 

 

 

fonte: Unibo

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