Insulti, minacce e gesti osceni mentre partecipava alle attività di sensibilizzazione per la campagna di prevenzione dell’Hiv dell’Arcigay Gioconda e Ausl. È successo lo scorso 30 novembre a Reggio Emilia dove una giovane attivista trans è stata aggredita e offesa in pieno centro città. «L’episodio discriminatorio a sfondo transfobico avvenuto a Reggio Emilia è, sfortunatamente, uno dei tipici esempi di ingiurie e insulti che le persone LGBTQI, proprio per la loro visibilità rischiano di subire nelle città italiane», ha dichiarato Valeria Roberti, presidente del Centro Risorse LGBTI. Il Centro di Torino è in stretto contatto con la città di Bologna che lo scorso giugno ha dato il suo supporto a una campagna “Hate Crimes No More” che documenta i crimini d’odio motivati da omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia.
Questo purtroppo è solo l’ultimo di una lunga lista di episodi di violenza verso persone LGBTQI avvenuti in Italia nelle ultime settimane, dall’aggressione alla ragazza lesbica quindicenne davanti alla stazione di Porta Nuova a Torino a fine ottobre al ragazzo ventinovenne brutalmente picchiato a Pozzallo, nel ragusano, a metà novembre, passando per l’attacco transfobico contro Vladimir Luxuria a fine novembre.
Casi come quello di Reggio Emilia questo vengono raccontati all’interno della comunità dalle vittime nel momento in cui avvengono ma, non essendoci una legge nazionale che tuteli e supporti le persone LGBTQI, raramente sfociano in denuncia alle forze dell’ordine, «ed è proprio per questo che vanno monitorate e analizzate, per dare forma e dimensione al fenomeno dei crimini d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere non conforme», ha detto Roberti. Il Centro risorse LGBTI ha lanciato un questionario on-line che si prefigge di raccogliere un numero di testimonianze di discriminazioni di genere sufficiente a darne una lettura statisticamente rilevante e descrivere i tratti principali del fenomeno.