I gestori dei locali “Il Pollaio”, “Bollore” e “Safagna” invitano i residenti della zona e i loro clienti di inviare una lettera al presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, e all’assessore al Commercio, Alberto Aitini per chiedere di farli restare aperti fino a mezzanotte. Il rischio è di chiudere per sempre per motivi economici.
Non sapevano di infrangere una legge del Comune di Bologna, beneficiando almeno di un’ora e mezza di apertura al pubblico in più, dalle 22 e 30 a mezzanotte. E di essere soggetti a un regime di tolleranza a vista da parte dell’amministrazione comunale che da 2 giorni, invece, ha imposto il rispetto del regolamento e la chiusura alle 22 e 30, come da ordinanza. Per questo, i gestori dei locali notturni del Mercatino di via Francesco Albani in Bolognina (“Il Pollaio”, “Bollore” e “Safagna”) hanno chiesto l’aiuto di tutti i residenti del quartiere e degli assidui frequentatori del mercato rionale perché inviino una lettera, un facsimile da completare, al presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, e all’assessore al Commercio, Alberto Aitini. Per chiedere, in sostanza, di poter tenere aperto almeno fino a mezzanotte.
Propongono una modifica, quindi, dell’ordinanza promulgata dal Comune il 25 Maggio 2018, che prevede per tutti i mercati rionali di Bologna una fascia di apertura massima dalle sei e mezza del mattino fino alle 22:00. Con l’eccezione proprio del Mercatino Albani, al quale è concessa una mezz’oretta in più. La legge, scrive su un post di Facebook uno dei locali coinvolti, “Il Pollaio”, è stata disattesa «per inconsapevolezza sui meccanismi burocratici di gestione delle licenze commerciali». Ma ora, il restringimento della fascia oraria serale di apertura è vissuto come «un’imposizione che rischia di metterci in grave difficoltà». La motivazione alla richiesta di un’ora e mezza in più non sarebbe solo, per i cittadini, quella di continuare a bere e divertirsi fino a mezzanotte. Né, per i gestori dei locali coinvolti, i motivi sarebbero solo economici. Chiudere prima vorrebbe dire lasciare l’area del Mercato «al solito sbando», si legge nel facsimile della lettera. E ancora: «lasciare che queste attività possano chiudere significa vanificare tutti gli sforzi finora fatti e i risultati ottenuti nella riqualificazione del Mercato Albani, nella restituzione di dignità ad uno spicchio di città per troppo tempo dimenticato».
Il mercato Albani, infatti, nato nel lontano 1934, è uno dei mercati storici di Bologna dal 2015. Il secondo in città, per numero di box di negozi di generi alimentari, abbigliamento e locali. Quattro anni fa, è stato interessato da un processo di riqualificazione virtuosa, che ha coinvolto anche i ragazzi delle scuole della zona (Istituto Comprensivo 5). E poi gli artisti e i grafici, che si sono impegnati in una “Narrazione visiva delle serrande del Mercato Albani”, un ridisegno di tutte le saracinesche del mercato rionale che affronta il tema della salute mentale nel suo rapporto con la realtà. La Il Mercatino Albani, poi, ospita anche presentazioni letterarie e festival.
L’accoglienza alla richiesta d’aiuto social dei locali è stata calorosa. In riposta al post de “Il Pollaio” con le istruzioni da seguire per compilare la lettera e i recapiti, il presidente del quartiere Navile ha dichiarato che avrebbe dato una mano. E poi ancora: «Si ragazzi. Mi state bombardando di mail. Ne bastavano alcune. Giuro che ho chiesto all’assessorato di occuparsene».
“Ignorantia legis non excusat”. “L’ignoranza della legge non discolpa”, ricordano i locali del Mercatino Albani, nella loro richiesta via social. Per il momento, quindi, saracinesche abbassate alle 22:30. Ma la solidarietà dei residenti e degli amanti del mercato rionale potrebbe far cambiare, definitivamente, le cose.