Diodato ha vinto la 70esima edizione del Festival di Sanremo, ma le classifiche digitali sono di un altro parere. Al momento della vittoria, dichiarata alle due e trenta circa di questa mattina, il brano “Fai rumore” è solo tredicesimo nella classifica di Spotify, il più popolare sito di musica in streaming al mondo, e terzo nello store digitale iTunes. Anche il televoto, uno dei tre fattori che hanno determinato il trionfo del cantante assieme alla giuria demoscopica e alla sala stampa, lo ha dato in svantaggio: Diodato sul gradino più basso del podio con il 23.9% delle preferenze, superato dal 37.2% dei Pinguini tattici nucleari e dal 38.9% di Francesco Gabbani. La canzone, non troppo diversa da ballate sanremesi del passato come quelle di Marco Carta, Valerio Scanu ed Emma Marrone, sembra non decollare e non avere una grande longevità nelle classifiche. I brani di Achille Lauro e della bolognese Elettra Lamborghini, invece, risultano tra i più ascoltati. Più che per Diodato, questo Sanremo verrà ricordato per i suoi colpi di scena, per alcune performance e per il sottovalutato divario generazionale dei social network e delle piattaforme streaming.

Amadeus e Fiorello hanno ripetuto più volte che questo era il «Festival dell’amicizia», ma da fuori è sembrato tutt’altro. Alla vigilia della serata di venerdì, Tiziano Ferro si è scontrato con Fiorello per via della lunghezza dei suoi interventi. La lite è durata meno di ventiquattr’ore e la pace è stata siglata con la pubblicazione di una foto su Instagram che li ritraeva insieme. Nella stessa serata si è consumato l’incidente che ha coinvolto Bugo e Morgan. Durante la performance del brano “Sincero”, Morgan ha cambiato il testo della canzone insultando il suo collega, che ha abbandonato il palco. Dopo un breve momento di panico da parte dei presentatori, Morgan e Bugo sono stati squalificati dalla gara. Un tragicomico dietro le quinte di Repubblica riporta che i due, prima dell’esibizione, si sono presi a morsi e a sputi.

Anche la finale di stanotte ha riservato la sua dose di scandali, con Sky Tg24 che ha annunciato la vittoria di Diodato con quasi un’ora di anticipo. La vicenda ha toccato apici di surrealismo con Jerry Calà che incoronava il cantante sul suo profilo Twitter, mentre sul palco dell’Ariston venivano buttati, non annunciati, i Gente de zona, un duo cubano che sembrava stesse improvvisando una lezione di zumba. Durante il programma “L’altro Festival” è stato rivelato che i giornalisti hanno avuto i risultati delle votazioni prima dell’annuncio pubblico. A causa dell’eccessiva lunghezza dello spettacolo, un operatore di Sky si è addormentato sulla sua console e ha lanciato per sbaglio la notizia. Sono seguiti tafferugli in sala stampa.

Simili clamori, ma per fortuna senza contusioni, sono stati suscitati dalle performance di Achille Lauro ed Elettra Lamborghini, i veri e propri protagonisti di questo Sanremo. Il cantante romano ha monopolizzato il Festival con i suoi imprevedibili look firmati Gucci, tanto che Esquire Italia ha ribattezzato questa edizione come “l’Achille Lauro Show”Il performer si è travestito, nelle varie serate, da San Francesco, David Bowie, marchesa Casati e regina Elisabetta I.

Con le sue esibizioni quasi da drag queen, Achille Lauro ha mandato un chiaro messaggio contro la mascolinità tossica, rappresentando degli esempi positivi e anticonformisti di uomini e donne della Storia. In questo modo ha raccolto il favore del pubblico più giovane che lo ha mandato in tendenza su Twitter ad ogni serata, e persino quello di alcuni politici della destra bolognese come Anna Maria Bernini e Lucia Borgonzoni. I più attempati hanno apprezzato decisamente di meno, lamentandosi a gran voce sui social network. Lauro ha trovato, però, in Gianni Morandi, uno strenuo difensore. «Ricordo gli stessi commenti quando Renato Zero si presentava con i suoi look 40 anni fa», ha risposto il cantautore bolognese, sul suo profilo Facebook, a una signora che commentava indignata. «Il fatto è che siamo tutti invecchiati e facciamo i discorsi dei vecchi di allora».

Elettra Lamborghini, accusata di non saper cantare in un’edizione in cui anche Tiziano Ferro non ha proprio brillato, si è presa poco sul serio portando un po’ di leggerezza in una competizione in cui si faceva a gara a chi era più sensibile o socialmente impegnato. Le sue performance sul palco, tra il goffo e il dilettantesco, hanno finito per dare un’immagine diversa della cantante bolognese, meno sensuale e più “vera”. La sua disastrosa versione di “Non succederà più”, interpretata con Myss Keta giovedì durante la serata delle cover, è diventata immediatamente un piccolo cult su internet. Il suo inedito di Sanremo, “Musica (e il resto scompare”), è già una hit in top 10 su iTunes e saldamente al terzo posto della classifica di Spotify, sorpassata solo da Achille Lauro e dai Pinguini tattici nucleari. Ma la canzone raggiunge anche un altro primato: si tratta del debutto più alto di un’artista femminile su Spotify Italia con più di 300mila riproduzioni sulla piattaforma in un solo giorno.

Più che il Festival dell’amicizia, questa 70esima edizione sembra essere stata il Festival del caos e dello scollamento dalla realtà. Da un lato, un palcoscenico anarchico ad alto tasso di imprevedibilità e con una limitata esperienza sulla diffusione delle notizie attraverso i social network. Dall’altro, delle giurie completamente distaccate dai gusti degli ascoltatori, che hanno preferito qualcuno di blando e rassicurante ma che non viene premiato nelle classifiche e probabilmente neanche nella competizione continentale Eurovision che si terrà in maggio. Sanremo 2020 ha evidenziato la sua distanza con il mondo dei social network, che non creano solo polemiche o brevi entusiasmi, ma anche dei risultati molto concreti in altri luoghi, come le piattaforme streaming, che hanno ormai sostituito l’acquisto delle copie fisiche dei cd. In questo divario, in questa nuova realtà, c’è bisogno di una televisione più attenta, più perspicace e più moderna, perché sono comunque i giovani, attraverso i sistemi di comunicazione e divulgazione digitale, ad avere l’ultima parola e a dichiarare i veri vincitori.

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