Per una Bologna più illuminata, le firme raccolte da filippini sostenitori del presidente sessista Duterte

Si faceva aiutare a raccogliere firme per chiedere una città più sicura, da amici di origine straniera sostenitori di Duterte, il presidente sessista delle Filippine che offende le donne e il papa chiamandolo “figlio di p.”. Il consigliere del quartiere Santo Stefano Leone Morigi del “Movimento Nazionale per la sovranità” invitava questa mattina i cittadini che passavano in via D’Azeglio a Bologna a firmare una petizione per sollecitare l’amministrazione comunale a completare, per la sicurezza dei bolognesi, i lavori di rinnovamento dei marciapiedi e dell’illuminazione della città.  

Curioso è il fatto che un movimento di destra abbia fatto un banchetto di raccolta firme con persone di origine non italiana, dato il nome del movimento. Il motivo per cui il consigliere fosse attorniato, in cerca di “sicurezza”, da amici filippini sostenitori di un presidente che, per la sicurezza del suo Paese, ha fatto uccidere 5mila spacciatori, è solo un caso. Sono solo amici interessati, come Morigi, a risolvere il problema di alcune strade più buie di altre in città. 

«I cittadini mi chiamano chiedendomi perché non si completano i lavori dei lampioni con lampadine a led. Il problema non è l’amministrazione comunale, ma che ci vuole del tempo per riformare le cabine elettriche dell’illuminazione cittadina. Chiediamo che si faccia prima possibile affinché si completi l’illuminazione a led», ha detto Morigi. Stesso discorso per i marciapiedi. «Sollecitiamo il Comune a risolvere i problemi anche se riconosciamo che l’amministrazione stia operando bene», ha concluso il consigliere. 

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