Una camera “soft” al posto dei farmaci, un’idea olandese a Bologna

Una stanza accogliente, confortevole, con luci soffuse e colorate, musica calmante e aromi gradevoli: è stata inaugurata ieri, nella Casa Residenza Anziani – Convivenza per Anziani Maria Ausiliatrice e San Paolo di Via Carlo Zucchi, 8 a Bologna, la “Soft Room”, una camera multisensoriale che aiuta i pazienti anziani a combattere la demenza senile.  La stanza dovrebbe aiutare i pazienti anziani a superare le fasi di agitazione psicomotoria e di delirio, evitando l’impiego di farmaci. L’idea è olandese, ma è stata presentata per la prima volta a Bologna dall’associazione Rotary Club alla presenza del vescovo Matteo Zuppi. 

«La stanza non è in grado di invertire la progressione del morbo di Alzheimer o di altre forme di demenza, ma migliora notevolmente la qualità di vita del paziente. Inoltre, lo rendono più ricettivo nei confronti delle terapie farmacologiche, ottimizzandone i risultati», ha spiegato il professor Marco Zoli, direttore della Scuola di specializzazione in Geriatria dell’Università di Bologna e presidente del Rotary Club di Bologna.  

«Nelle persone “ipercinetiche” il “disagio” si manifesta come agitazione, stato confusionale, irritabilità. Nelle “ipocinetiche” come apatia, tristezza, depressione. Questo stato si verifica soprattutto quando l’anziano si trova in un contesto non abituale, come il ricovero in ospedale o in una struttura privata», ha continuato Zoli. 

La costruzione della stanza assume più valore osservando i recenti dati Istat. Questi avvertono che da qui a dieci anni, in Italia per 100 giovani ci saranno più del doppio di anziani. 

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