Via i murales dal centro storico, mezzo milione per ripulire i muri

Circa 500 mila euro stanziati dal Comune di Bologna per ripulire il centro storico dai graffiti su muri, colonne e serrande: lo ha dichiarato oggi a palazzo Segni Moretti in strada Maggiore l’assessore alla Sicurezza e Commercio Alberto Aitini. Secondo l’amministrazione bolognese è un investimento che favorisce il lavoro dei commercianti e rende la città più gradevole per i turisti anche in vista della candidatura dei portici di Bologna come Patrimonio dell’umanità UNESCO del 2020. La stessa cifra verrà impiegata anche il prossimo anno. L’iniziativa fa parte del progetto “Adotta una strada” che ha coinvolto la Confcommercio e il Centro AgroAlimentare di Bologna (CAAB) e ha rimosso i graffiti dalle zone che vanno da piazza Aldrovandi a via Guerrazzi. 
 
Il progetto, iniziato a fine 2018 e durato per dieci mesi, è stato strutturato in questo modo: il Comune si occupa dell’eliminazione dei graffiti, mentre ai partecipanti, per ora Confcommercio e CAAB, è affidata la vigilanza e la manutenzione della “smacchiatura”. L’obiettivo è di coinvolgere anche i singoli cittadini nell’opera di decoro pubblico. Secondo i promotori, l’iniziativa “Adotta una strada” ha già dato i suoi frutti. La costante pulizia associata a una vigilanza giornaliera ha prodotto una comparsa sempre inferiore di graffiti. Anche i commercianti del mercato di piazza Aldrovandi avrebbero beneficiato economicamente dal progetto. La cura di ambienti come i muri, le colonne e le serrande sarebbe risultata in un aumento del volume degli acquisti da parte dei clienti. 
 
L’immagine di Bologna è molto importante per l’amministrazione dal momento che il turismo è in costante aumento. Anche per questo motivo nel 2019 il Comune ha investito 500 mila euro nella pulizia dei muri, cifra che verrà rinnovata nel 2020. Secondo Bologna Welcome, portale ufficiale del turismo cittadino, l’incremento di visitatori tra il 2013 e il 2018 sarebbe del 46%. Inoltre, con la candidatura dei portici di Bologna a Patrimonio dell’umanità, un’assenza di graffiti ne favorirebbe la certificazione da parte degli ispettori, la cui visita è imminente. 
 
L’opera non si concentra solo in un’iniziativa civica di smacchiamento e ritinteggiamento dei muri, ma anche in azioni repressive con l’aiuto delle forze dell’ordine. «Grazie alla polizia e alla Digos possiamo monitorare le strade con le telecamere pubbliche in modo da individuare i colpevoli di questi atti di vandalismo», ha dichiarato l’assessore Alberto Aitini. «Di recente abbiamo scoperto, nel giro di ventiquattr’ore, quelli che hanno imbrattato i muri dell’università. Queste persone sono state denunciate, ma dovranno anche pulire». 
 
“Adotta una strada” ha in programma di allargare la sua opera, agendo anche nelle zone di Strada Maggiore. Il consiglio comunale sta discutendo, per premiare la virtuosità delle associazioni e dei cittadini coinvolti, l’installazione sulle vie ripulite di apposite targhe che segnalino i nomi dei partecipanti. 

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