Quasi 1 laureato su 2 a Bologna è un fuori sede. Un dato che doppia la media nazionale. A rivelarlo è il 21esimo Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati realizzato dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea presentato oggi alla Sapienza Università di Roma nel corso del convegno “Università e mercato del lavoro”. Uno dei dati più interessanti è proprio quello sulla provenienza degli studenti: il 45,9 per cento dei laureati all’Alma Mater proviene da fuori regione, in crescita rispetto al 43,2 per cento dello scorso anno e più del doppio rispetto alla media nazionale (22,7 per cento). In particolare, è fuori sede il 40,4 per cento dei laureati triennali e il 54,8 per cento dei laureati magistrali biennali.  

Oltre all’aumento dei fuori sede di altre regioni italiani, si alza anche il numero di quelli con cittadinanza estera: dal 4,9 per cento dell’anno scorso al 5,4 per cento. L’Unibo supera la media nazionale anche rispetto agli anni in cui si riesce a concludere il percorso di studi: il 65,7 per cento degli studenti non vanno fuori corso rispetto alla media italiana che si ferma al 53,6 per cento. Inoltre, l‘età media per un neolaureato è 25,2 anni (23,9 anni per i laureati di primo livello e di 26,7 anni per i magistrali biennali). 

Per quanto riguarda il tasso di occupazione dei laureati di 1 livello a Bologna è del 73,8 per cento (sopra la media nazionale del 72,1 per cento). Tra gli occupati, più di un laureato su due (54,9 per cento) comincia a lavorare dopo il conseguimento del titolo. Per i laureati di secondo livello, invece, il tasso di occupazione è al 73 per cento (la media nazionale si ferma a 69,4%) di cui il 64,2 per cento ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. 

Ma dove vanno a lavorare? Il 72,8% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 20% nel pubblico. La restante quota (6,8%) lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 75,8% dei laureati occupati, mentre l’industria ne accoglie il 22,2. Un laureato su cento, invece, lavora nel settore dell’agricoltura. 

«Questi numeri premiano il forte e costante impegno dell’Alma Mater sulla qualità della didattica e i servizi agli studenti. I numeri sulla condizione occupazionale, poi, provano ancora una volta che la formazione universitaria viene tenuta in alta considerazione dal mondo del lavoro: in un paese come l’Italia, al penultimo posto in Europa per numero di laureati, si tratta di un dato che non possiamo permetterci di sottovalutare», ha commentato il Rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini. 

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