È successo a Bologna dove una ragazza ha avuto una crisi d’asma in studentato. Accorsi gli altri residenti per soccorrerla, ora lei rischia lo sfratto.

Una studentessa si sente male mentre è in uno studentato e chiama i soccorsi perché ha un attacco d’asma radunando un po’ di persone che volevano aiutarla. Ora la ragazza sta bene ma si ritrova una minaccia di sfratto perché l’azienda che offre servizi per gli studenti universitari dell’Emilia-Romagna e che gestisce gli studentati (Er.Go ) l’ha accusata di aver causato un assembramento, vietato ai tempi del coronavirus. Dell’episodio, successo poco tempo fa in una delle residenze per studenti di Bologna gestite da Er.Go, ne ha dato notizia l’associazione studentesca Link alla quale la ragazza si è rivolta per impedire la revoca dell’alloggio.  «Ero sola in camera quando è cominciata la crisi asmatica. Ho fatto in tempo a chiamare dal corridoio una mia vicina di stanza che ha scritto un messaggio per avvertire un’altra ragazza, dopodiché ho perso i sensi», ha raccontato la studentessa protagonista della vicenda.

È stata la portinaia a segnalare ad Er.Go la presenza di più persone nella camera della studentessa. Di qui è partito il provvedimento di sfratto e la ragazza ha dovuto presentarsi in direzione per un colloquio in cui fornire la sua versione dei fatti. Oltre al certificato del medico, che le diagnostica l’asma, a rafforzare la sua posizione c’erano anche i messaggi con cui gli studenti si erano avvisati l’un l’altro. «Er.Go ha detto che avrebbe portato avanti le indagini, ma in realtà non lo ha mai fatto», ha concluso la studentessa.

Grazie anche alla partecipazione di Link, alla fine lo sfratto si è trasformato in una sanzione alternativa: 90 giorni di sospensione dell’alloggio, dopodiché il trasferimento in un’altra residenza. «In quest’altra residenza dovrei condividere il bagno con altre quattro persone. Peccato che io, per motivi di salute certificati, non possa condividere né bagno né stanza con nessuno. Non ho alcuna intenzione di andarmene. Con la mia famiglia stiamo cercando di far ragionare Er.Go. Spero solo non si arrivi al processo, sarebbe una spesa che non possiamo permetterci»», ha spiegato la ragazza. A quanto ha affermato oggi Link in un comunicato, non si tratterebbe nemmeno di un caso isolato. Vicende simili, in cui Er.Go avrebbe minacciato di sfratto studenti che si dichiarano incolpevoli, arrivano ogni giorno al direttivo dell’organizzazione dalle residenze studentesche di Bologna, dalla Carducci, alla Fioravanti, alla Larga.   

La revoca dell’alloggio, come si legge sul regolamento di Er.Go, sancisce l’esclusione dello studente anche dai successivi Bandi per i servizi abitativi – una punizione decisamente severa.  «Per ora siamo riusciti in tutti i casi a far convertire la revoca dell’alloggio in sanzioni alternative, ma non è sufficiente, dato che si tratta di sanzioni senza colpa. Inoltre, molti sfratti sono avvenuti prima che cominciassimo ad occuparci del problema», ha affermato Francesco Lopes, responsabile di Link.

La richiesta dell’organizzazione è che Er.Go faccia un passo indietro su tutti i provvedimenti di revoca dell’alloggio attualmente in atto, e che riveda i protocolli Covid. «La salute degli studenti non si tutela a suon di sfratti», conclude Link.  

 

di Elvira Fiore

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