Oltre al Pronto Soccorso all’ospedale di Vergato, verrà riattivato il punto prelievi a Lizzano in Belvedere e a Vado.
Inizio dei lavori al pronto soccorso dell’Ospedale di Vergato e la riattivazione del punto prelievi a Lizzano in Belvedere e Vado: sono i progetti del nuovo anno per il Distretto Socio-Sanitario dell’Appennino bolognese illustrati nel corso di una riunione alla quale erano presenti, tra gli altri, l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, il sindaco della Città metropolitana, Matteo Lepore, il direttore generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon, e il presidente del Comitato, Alessandro Santoni. Nel corso dell’incontro sono stati trattati diversi temi e se da una parte sono state accolte positivamente le notizie dell’inizio dei lavori al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Vergato (il 7 febbraio), e la riattivazione del punto prelievi a Lizzano in Belvedere e Vado (grazie ad una recente delibera della Giunta Regionale che di fatto toglie l’obbligo della presenza di medici prelevatori e d’ora in poi sarà sufficiente la presenza di un infermiere), dall’altra parte la carenza di professionisti rende critica la situazione nella rete dell’emergenza urgenza territoriale, nella medicina di base e nella continuità assistenziale.
Il direttore generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon, oltre ad annunciare la data di avvio dei lavori al Pronto Soccorso dell’ospedale di Vergato, ha illustrato l’idea di un progetto che l’Ausl intende portare avanti che è la creazione di un distretto interaziendale di Pronto Soccorso, che valorizzando il sistema degli Hub e degli Spoke, possa consentire una maggiore facilità di rotazione dei professionisti presso tutte le strutture decentrate dell’area metropolitana, comprese quelle dell’Appennino.
Alessandro Santoni, presidente del Comitato del Distretto Sociosanitario dell’Appennino bolognese ha dichiarato: «Gli investimenti costituiscono oltre ad una nota positiva anche il punto di partenza, ma è necessario individuare percorsi che poi ci consentano di avere sempre presente dei professionisti anche quando questi, inevitabilmente, sono assenti anche per un breve periodo di riposo e in questo il ruolo della Regione Emilia-Romagna, della Città metropolitana e dell’Azienda Usl sarà fondamentale. Abbiamo appreso con soddisfazione anche il fatto che la Regione Emilia-Romagna, in accordo con le richieste territoriali, abbia avviato un percorso di revisione dell’organizzazione anche contrattuale della medicina territoriale, allo scopo di favorire sempre di più la presenza di medici di medicina generale e di pediatri sul territorio: anche qui però sarà opportuno monitorare l’andamento di tale percorso e valutarne i risultati».