Investito dalla polizia, muore un rider a Bologna: «Il governo non ha mosso un dito sulle loro tutele»

«È inaccettabile che, ancora nel 2019, ci siano morti sul lavoro. Non vogliamo entrare nel merito della dinamica dell’incidente, ma quanto accaduto impone una riflessione, a cominciare da chi, al governo, non ha mosso un dito per la tutela dei riders». Sono le parole del segretario generale Uil Emilia Romagna e Bologna, Giuliano Zignani sulla morte del ciclofattorino Mario Marino Ferrara investito da una volante della polizia eri sera a Bologna in via del Lavoro intorno alle 22,00 mentre consegnava un pasto che è costato una vita.  

«riders sono le prime vittime di un mercato del lavoro selvaggio governato dall’assoluta mancanza di regole e di tutele. Dove i lavoratori operano in condizioni che vanno ben oltre la legalità: sfruttati fino all’osso, sottopagati, senza contratto e meno che mai con i contributi versati. Lavoratori la cui dignità è calpestata senza ritegno», ha dichiarato Zignani. 

Allo sgomento si aggiunge la rabbia per l’ennesima morte bianca in questo settore del mondo del lavoro brutalmente deregolamentato. «Ci diranno che si tratta di una fatalità, di un caso che non costituisce una prova. Non può essere un caso che Mario sia l’ultimo di una lunga serie (Barcellona, Parigi, Pisa, Bari) di lavoratori che perdono la vita per consegnare una pizza o un panino in un contesto di peggioramento delle condizioni lavorative», ha commentato il sindacato dei ciclofattorini bolognesi Riders Union Bologna. 

riders lo ripetono da mesi e non ce la fanno più. «È arrivato il momento che che le aziende e le istituzioni si facciano carico delle responsabilità che hanno portato all’ennesimo tragico epilogo», si legge sulla pagina Facebook Riders Union Bologna. Dalle 18 di oggi in piazza del Nettuno, i ciclofattorini organizzano un presidio di protesta per denunciare la morte di Mario ed esprimere piena vicinanza alla famiglia. 

 

Foto: da Facebook

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